Diario di Shinichi

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    Salve, salvino.
    Non sapendo bene come utilizzare questa sezione, :desolato: ho pensato intanto di creare il topic e nei commenti metterò le storie che vedono protagonista il mio amato Shinichi e quindi fare un diario delle sue esperienze!
    Spero possa piacervi, anche se non so esattamente cosa dovrei fare, essendo la prima in assoluto che crea un topic qui. :super:
    Buona lettura e nel caso per i commenti, utilizzate pure il topic per i commenti alle coppie in cui c'è Shinichi x Hiroaki!
    Se no scrivetemi anche in privato, ogni commento è ben accetto. :timido:


    Edited by ValeUga - 15/1/2019, 20:32
     
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    Shinichi Kurosaki
    Maschio 25 Omosessuale Seme Sheet

    Arrabbiato e deluso. Ecco come mi sento in questo momento.
    Ho provato a resistere il più possibile cercando di fare del mio meglio per aiutare Hiroaki e cosa ho ottenuto? Solo insulti. Vecchio, viscido, pedofilo. La fiera degli epiteti positivi.
    Cosa ci avrò mai visto in quel ragazzo poi?
    Beh sicuramente è molto bello, quegli occhi color del miele più intenso e quei capelli, oddio quei capelli color argento, mi hanno fatto impazzire sin da subito, ma è finito tutto lì.
    Il suo carattere è completamente sbagliato poi, ha un faccino così tenero e sembra anche essere molto intelligente e poi non ha fatto altro che giudicarmi.
    Guardo la macchina e noto le pedate sui sedili in pelle.
    Devo anche portarla a lavare.
    Sbuffo. Chi me lo ha fatto fare di accompagnarlo all'ospedale? Devo smettere di avere questo istinto di salvare le persone, non tutti vogliono essere salvati e soprattutto non tutti vogliono esserlo da me.
    Anche io probabilmente se potessi scegliere, mi starei alla larga e invece devo convivere con questa mia maschera demoniaca che si è sciolta sulla mia pelle, mescolandosi al vero me stesso.
    Ma qual è il vero me stesso? Credevo di conoscermi all'università, credevo di poter cambiare, essere una persona migliore. Invece quello a cui ho assistito inerme è stato il peggior scenario possibile.
    Quegli occhi verdi ancora mi perseguitano nei sogni, le sue parole mi trafiggono ancora come spilli.
    Ti credevo diverso.
    A quanto pare è la citazione della mia vita, quella che la definisce.
    Quando la gente mi vede, osserva solo il mio aspetto, si creano un'immagine di me completamente diversa da quella reale e vengono puntualmente delusi.
    Sono sempre stato un tipo taciturno e schivo, ma grazie al basket sono riuscito ad aprirmi e in qualche modo sfogarmi.
    Forse anche per colpa di questo sport, sono diventato abbastanza volgare. Essendo uno sport molto fisico ti obbliga ad avere contatti diretti con l'avversario, solitamente i falli sono all'ordine del giorno e questo fa uscire quella volgarità data dall'adrenalina che ti scorre nelle vene, come un treno in corsa. Sei sempre lì a volere di più, a dare di più, mentre gli altri cercano di bloccarti i movimenti e questo stress fisico libera la mente e anche la volgarità.
    Purtroppo questo si riflette spesso sulla mia vita privata, non riesco ad articolare un discorso senza intercalarci qualche parolaccia. Cosa che riempie di ilarità i miei amici.
    Solitamente quando vengono a casa mia -e specifico quando, perché non vengono spesso in quell'inferno- solitamente si divertono a stuzzicarmi quando leggo. Una cosa che non sopporto è essere interrotto proprio quando apro un libro, esce quindi quella parte di me irritata e permalosa che mi porta a insultarli con i più fantasiosi epiteti volgari.
    I libri. La mia unica gioia, il mio unico conforto.
    Da quando ho iniziato da piccolo a leggere, mi sono sempre più isolato in quel mondo di fantasia. In quei mondi, il cuore che viene spezzato non è mai il tuo, i sentimenti che si provano li puoi capire bene, perché non c'è nulla di più facile, basta leggerli.
    Nella realtà invece è sempre tutto complicato. Sono un grande osservatore, lo ammetto ed è facile per me vedere cambiare l'espressione delle persone, ma quando devo anche collegarle ai loro probabili pensieri, allora mi sembra un'impresa impossibile.
    Quante volte ho notato delle espressioni stupite rivolte a me e mi sono chiesto se in realtà le persone riescano a leggermi dentro e vedere il mostro che alloggia nel mio essere.
    Sospiro. Ancora una volta la mia ambiguità ha reso complicato tutto, quel ragazzino, però era fin troppo sul piede di guerra per poter anche solo avere una tregua.
    Devo solo dimenticarlo e trovarmi un nuovo micetto da torturare e sentire miagolare fino allo sfinimento.
    Akira non è adatto a questo ruolo, troppo servilismo, troppo cane.
    Parcheggio nel vialetto di casa e lascio lì la macchina. Non essendoci l'inquilino del piano di sotto, nessuno potrebbe farmi storie.
    Salgo e sorrido all'idea che quel ragazzino moro che ancora non è arrivato.
    Entro in casa e quello che vi trovo è il solito disordine infestante. Vestiti ovunque, attrezzi da palestra, quaderni, fogli.
    Mamma mia. Quando imparerò a essere più ordinato?
    Penso mai, visto che è così facile non esserlo.
    Mi levo le scarpe e vado in cucina. Prendo il ghiaccio e lo metto in una scodellina di plastica. Ancora non sa cosa gli attende a quel piccolo demone che oggi mi ha fatto infervorare.
    Ho passato tre anni a insegnargli come bisognava trattenere la propria rabbia, come avrebbe dovuto controllarsi, ma nulla.
    Sento dei passi salire di fretta le scale, mi avvicino alla porta e appena vedo arrivare il moro dallo spioncino, la apro di scatto.
    Questo lo fa sbilanciare e cadere a terra.
    Ops” esclamo per nulla dispiaciuto, questo è solo l'inizio.
    Sei in ritardo
    Ancora con il fiatone cerca di rispondere.
    No.. scusa.. ho corso, scusa
    Mi accuccio su di lui e gli accarezzo la testa, cosa che lo fa immediatamente calmare, ancora una volta ho bisogno di lui e non riesco a cacciarlo.
    Bene da adesso in poi sei un cane, quindi non puoi camminare a due zampe giusto? E non hanno i vestiti i cani
    Il suo sguardo è perso nel mio e forse anche un pochino spaventato da quello che sto per fargli fare, eppure annuisce senza fiatare.
    Lo vedo togliersi la felpa e mostrarmi i segni che gli avevo lasciato la sera precedente.
    Con un gesto secco strappo il cerotto sul suo collo
    Ahi” esclama sorpreso.
    Torno in cucina e porto il ghiaccio in camera da letto.
    Akira, mi raggiunge gattonando come gli avevo richiesto.
    Ah quanto è bello avere il controllo!
    Lo osservo, ancora indossa le mutande, alla fine è rimasta un po' di pudicizia in lui e non riesce a essere così sfrontato con me. Questo mi eccita, perché vedere quelle sue guance arrossate, mentre abbassa lo sguardo imbarazzato, ha un effetto calmante su di me.
    Mi siedo sul lato del letto
    Vieni qui” battendo i palmi sulle mie cosce.
    Mi raggiungere e si mette seduto tra le mie gambe, apro il bottone dei jeans e con lo sguardo lo invito a continuare.
    Si alza e con le mani cerca di aprire la zip, ma lo fermo subito.
    Che razza di cane sei? Non puoi usare le zampe, se no mi faresti del male”.
    Deglutisce sentendo le mie parole. Sono davvero divertito e eccitato da questo gioco portato così tanto all'estremo. Solitamente mi limito solo a fargli fare qualche verso, ma oggi no. Oggi devo solo ritrovare il controllo di me stesso, avere di nuovo quel potere che mi era scivolato tra le dita, quando ho deciso di seguire Hiroaki all'ospedale, mostrandomi debole e insicuro.
    Con i denti, Akira fa scendere la zip fino in fondo, accarezzando la mia erezione con il naso, sospiro per quel lieve contatto.
    Prende l'elastico dei boxer con i denti, liberando la mia eccitazione il più lentamente possibile.
    Prendo i suoi capelli in mano e sollevo la sua testa e lo guardo negli occhi incastrando i nostri sguardi.
    Quando ti dirò di fermarti, lo farai.
    Annuisce e prende tra le labbra la punta del mio membro eretto e ne sugge delicatamente la parte superiore, aiutandosi con la lingua.
    Mi sorprendo sempre di come sia potuto diventare davvero un esperto nell'usare quella sua bocca che il più delle volte non riesce a limitare le sue parole. La sua saliva cola sulla mia asta, mentre continua a scendere verso il basso provando a farlo entrare tutto dentro di sé. È così bello che quasi sono tentato di venire in questo modo, ma ho ancora altri piani per lui.
    Con la punta del piede accarezzo l'interno della sua coscia e lo sento sussultare appena arrivo a toccare la sua erezione.
    Quindi ti eccita anche farmi questo?” ridendo in preda al piacere.
    La mia voce gutturale rimbomba nella stanza e mi godo questo contatto intimo, senza pensare a nulla.
    Lo fermo prima di arrivare al limite.
    Lo sollevo e lo butto sotto di me, mordicchiando quel suo collo martoriato dai segni lasciati in precedenza e lasciandogliene di nuovi.
    Akira geme in modo tenero, prova a coprirsi la bocca per evitare di farmi sentire quei suoni indecenti che stanno uscendo dalle sue labbra, cosa che mi fa sorridere come al solito.
    Gli sfilo le mutande e lo osservo nudo sotto di me.
    Il fisico esile, ma con le braccia modellate e quei capelli neri che gli ricadono sulla fronte imperlata di sudore. In questa posizione lo trovo davvero bellissimo, anche se non è proprio il mio tipo ideale.
    Accarezzo il suo petto fino ad arrivare alla sua eccitazione che sfioro con i polpastrelli, ascoltando la reazione che questo gli provoca.
    Un piccolo ghigno si forma sulla mia faccia. Prendo del ghiaccio in mano e lecco l'acqua che scende dalle dita, facendo arrossire il mio piccolo amico.
    C-cosa vuoi fare?” chiede in un momento di lucidità.
    Prendo un cubetto e lo passo sul suo petto incandescente e lo vedo sussultare, come se lo stessi ustionando.
    La mia mano inizia a congelarsi e quando arriva alla temperatura perfetta lascio ricadere sul suo corpo quei piccoli pezzi di ghiaccio.
    Prendo il suo membro con quella mano e la sorpresa che lo coglie è quasi deliziosa, da farmi leccare le labbra.
    Il freddo non aiuta ad eiaculare e lo so molto bene. Anche se si sente di essere al limite, difficilmente si riuscirà ad avere un orgasmo, fino a quando non si tornerà a una temperatura adeguata.
    Questo per lo più è doloroso, ma se viene fatto da qualcuno di esperto, può risultare anche molto piacevole.
    Strofino la mia mano sulla sua eccitazione fino a che non diventa fredda.
    Scendo con la mano verso il basso e sfioro quell'apertura che freme per essere toccata da me.
    Ora mi diverto io.
    Penetro Akira con due dita ancora fredde e lo sento gemere dal dolore e dal piacere che si mescolano in un modo tanto strano da farlo contorcere e desiderare di più. Mi muovo nel suo interno caldo sentendone le contrazioni.
    Esco da lui, osservandolo ansimare per le cure ricevute.
    Prendo altro ghiaccio e quando il moro nota quello che sto per fare esclama
    Ti prego Shin-san, n-no.
    Il mio sadismo prende il controllo e inserisco quel piccolo cubetto dentro il suo interno caldo.
    Ti penetrerò appena sarà completamente sciolto” sussurrò al suo orecchio dolcemente.
    Continuo a osservare le reazioni di quel piccolo essere sdraiato sotto di me che è ormai al limite e ha il volto rigato di lacrime.
    Il freddo deve averlo fatto eccitare anche di più del solito, perché vedo contrarsi la sua erezione in modo indecente. Sono certo che il suo corpo urla a gran voce di voler essere soddisfatto, ma il raffreddamento della sua zona pelvica impedisce qualsiasi fuori uscita di seme.
    Mi abbasso su di lui e gli sollevo leggermente il bacino.
    Lo penetro lentamente e senza fretta.
    Lo sento urlare per la sorpresa e il piacere.
    V-voglio venire” mi prega.
    Scuoto la testa e sorrido maliziosamente
    Non puoi ancora
    Mi muovo dentro di lui con estenuante lentezza, il freddo del suo interno si mitiga a contatto con la pelle della mia erezione calda.
    Il suo petto bagnato contro il mio, mi fa desiderare ancora di più, voglio vederlo arrivare allo stremo senza mai venire.
    Tutto questo ha reso il suo interno ancora più stretto del normale, facendomi ringhiare dal piacere.
    Ogni volta che sento il più piccolo essere scosso dalla sensazione dell'orgasmo, mi fermo per impedirgli di arrivare al culmine.
    Dopo qualche spinta, vengo dentro di lui ansimando al suo orecchio.
    Al contrario di me Akira è quasi spaventato da quello che sta succedendo al suo corpo, da una parte è scosso da brividi alle gambe per l'insoddisfazione ricevuta, dall'altra sente il dolore della sua erezione che sembra bloccata in un limbo di eccitazione perenne.
    Mi sdraio accanto a lui e sfioro il suo membro che è diventato ancora più sensibile.
    Ti prego
    Mi supplica incrociando i nostri sguardi. I suoi occhi neri ormai sono due pozze profonde, vorrei davvero aiutarlo, ma ancora voglio giocare.
    Prendo la sua mano e la appoggio sul mio membro ormai a riposo
    Lo farò se mi ecciterai ancora
    Sbarra gli occhi con fare impaurito, sa benissimo che dopo essere venuto, posso anche concentrarmi per non avere altri rapporti. Anche se in realtà lo voglio possedere ancora, ma lui non lo sa.
    Mi accarezza con lentezza e con le dita tremanti prova a stimolarmi e dopo qualche minuto riesce nel suo intento, mentre lo sente ingrossarsi nella sua mano, Akira mi fissa in attesa e pieno di eccitazione.
    Mi siedo e lo invito a salire sopra di me.
    Accarezzo il suo sedere e lo abbasso verso la mia erezione e quando la punta di essa tocca la sua apertura, non aspetto nemmeno un secondo e lo penetro con un solo gesto.
    Il ragazzo urla e crolla sulla mia spalla. Le lacrime scendono sulla mia pelle, probabilmente perché è stato doloroso e inaspettato.
    Accarezzo lentamente la sua schiena restando immobile per farlo abituare alla mia presenza dentro di lui.
    Scusami, io..” cerca di giustificarsi
    Shh, non hai fatto nulla e adesso stai rimediando no?
    Annuisce e con gesti lenti si muove sopra di me.
    Il suo volto è pura estasi, anche così sono io che ho il controllo, anche così non posso permettergli di venire senza avere un'ultima soddisfazione.
    Akira, toccati
    Lo vedo fermarsi e osservarmi stranito.
    Appena realizza la richiesta arrossisce e sembra sul punto di piangere per l'imbarazzo.
    Prendo la sua mano e faccio avvolgere le sue dita sulla sua erezione, la muovo per fargli capire cosa deve fare.
    N-non posso
    Se non puoi, allora puoi anche uscire da quella porta” rispondo serio. Sa bene che ogni mio ordine è tassativo, soprattutto oggi, soprattutto dopo quello che è successo.
    Ricomincia a muoversi su di me, stimolandosi la solo. L'immagine imbarazzata e eccitata di Akira è davvero qualcosa di assolutamente perfetto. Scivolare dentro di lui con il ritmo lento e sconnesso è sessualmente invitante anche se lui è così sottomesso da far uscire da me la vena più sadica.
    T-ti amo Shinichi” sussurra al mio orecchio quando viene colto dall'orgasmo, bagnando la mia maglia del suo seme caldo.
    Continuo a muovermi dentro di lui dettando con le mani la frequenza del ritmo, ringhio al suo orecchio quando i brividi di piacere mi scuotono arrivando al culmine del piacere.
    Ansimante mi abbraccia e si aggrappa a me come se ne dipendesse la sua vita.
    Esco da lui e lo allontano, facendolo sdraiare sul letto.
    Mi tolgo la maglia sporca.
    Fatti una doccia e poi vai a casa
    Mentre mi appresto a uscire dalla stanza per mettere in lavatrice quell'indumento.
    Ma..
    Sai come sono le regole, adesso abbiamo finito e te ne vai. Ti sei fatto perdonare, ma non voglio vedere la tua faccia per un paio di giorni”.
    Forse ho esagerato, forse sono troppo cattivo con quel ragazzo che dice di provare dei sentimenti così sinceri per me, ma per me è solo sesso.
    Non posso più tornare indietro e provare gli stessi sentimenti, non posso in generale provarne per nessuno.
    L'amore che provo io è qualcosa di soffocante e pericoloso, che non posso più esternare.
    Avevo creduto di essere capito da un ragazzino che nemmeno conoscevo, credevo che avrei potuto affidare a qualcuno questo fardello che mi porto dietro da così tanto tempo, ma è impossibile.
    Quando ci si impone la solitudine, non è mai per piacere, ma perché in qualche modo vogliamo proteggere sia noi stessi che gli altri.
    Non voglio più rischiare che qualcuno veda il vero me stesso, non voglio che qualcuno guardandomi negli occhi pronunci nuovamente il suo disgusto.
    Sento Akira uscire dalla porta principale.
    Ancora una volta senza voltarsi, ancora una volta con le lacrime agli occhi.
    Mi sdraio sul divano del mio soggiorno e riprendo in mano il libro che avevo iniziato la sera precedente: “le intermittenze della morte”. Voglio rientrare in un mondo dove nessuno sappia chi sono e a cui nemmeno interessa.


    «Quando leggi un libro. entri un altro mondo, nessuno può distruggerlo se non tu stesso, smettendo di leggere.»

    Scheme Code: ·MidoriMitchell· ~ Don't copy ©
    Want your own? GET IT!




    Edited by ValeUga - 15/1/2019, 20:24
     
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    Prestavolto di Niki:



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    Shinichi Kurosaki
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    Dopo una settimana come quella appena vissuta ci sono due cose che voglio fare: bere e scopare.
    Mi guardo allo specchio del bagno e osservo il mio corpo scolpito e senza segni.
    Ho bisogno di affondare i miei artigli nella pelle di qualcuno, raggiungendo l'estasi mescolandola alla giusta dose di sangue e dolore.
    Akira sarebbe di certo adatto a soddisfarmi, ma dopo averlo chiamato per due giorni di fila, mi ha anche giustamente stufato, vedere quella sua faccia da cane.
    Voglio trovare qualcuno di nuovo, magari un gatto.
    Sogghigno all'idea. Dare un obbiettivo alla serata è qualcosa di eccitante e mi motiva nell'essere sempre al meglio di me.
    Camicia blu scuro e jeans. Nulla di ché, ma ho notato che fa un ottimo effetto sui ragazzi vedermi vestito così.
    Direzione 2-Chrome,il “Candies”. Locale ovviamente per incontri omosessuali e con un'atmosfera a mio avviso perfetta.
    Le luci soffuse e blu che fanno sembrare gli occhi delle persone quasi delle stelle. La musica è sempre abbastanza alta, ma ha dei punti ciechi, in cui è possibile parlare a voce normale, poi nessuno si scandalizza a vedere due uomini toccarsi davanti a tutto e questo è fantastico.
    La sala è divisa in due piani. Su quello rialzato si trova un grande bancone, dove quattro barman servono drink a non finire e sotto si vede il pulsare incessante di ragazzi che ballano, cercando in quel contatto solo accennato una risposta alla domanda: “verrai a letto con me, stanotte?”.
    Io non amo molto ballare, solitamente punto qualcuno da lontano e aspetto che sia lui a venire da me. Questo mi dà comunque il potere su questo rapporto occasionale.
    Osservo la folla, ma non vedo nulla che mi soddisfi, non vedo nessuno che faccia al caso mio. Anzi purtroppo vedo facce già viste che mi salutano e provano ad attirare la mia attenzione.
    Sorrido sbuffando e mi dirigo al bancone.
    Un gin tonic
    Ordino senza nemmeno salutare. Penso che prima di tutto ho bisogno di rilassare i nervi e sentire quella piacevole sensazione dell'alcol che scende sulla gola bruciandola leggermente, poi questo cocktail è la specialità del “Candies”, non posso rinunciarci.
    Mi siedo su quegli sgabelli scomodi, accanto un uomo che sospira.
    Gli do almeno 15 anni più di me, ma potrebbe solo portare male la sua età.
    Fingo di nulla, alla fine non sono lì per fare conversazione con nessuno, ho un solo obbiettivo e lo voglio realizzare.
    Appena arrivo il mio drink, lo tracanno in un solo sorso.
    Aaah” commento estasiato senza nemmeno accorgermi. Reggo abbastanza bene l'alcol e questo non mi destabilizza minimamente, ma quella sensazione di bruciore che mi provoca in fondo alla gola è quasi rassicurante.
    Nessuno beve un gin tonic così velocemente, se non sta cercando di lasciarsi andare” mi imbecca lo sconosciuto.
    Ridacchio e annuisco
    Settimana pesante, ammetto
    Lo vedo accigliarsi, come se vedendomi gli ricordassi qualcuno che conosceva, ma non riuscisse ad arrivare ad afferrarne il nome. Provo anche io a cercare nella mia memoria, ma di certo non sono mai andato a letto con persone così vecchie. Qualcuno mi ha punzecchiato sul fatto che mi piacessero solo i ragazzini e di certo non posso negarlo.
    Senza accorgermi, ha ordinato un altro gin tonic per me e questo un po' mi spaventa.
    Alzo le mani
    Senti, non per essere scortese, ma non sei assolutamente il mio tipo, preferisco la carne un po' più fresca
    Lo vedo ridere di gusto, manco avessi affermato che la terra sia piatta.
    Un tipo decisamente strano e non capisco ancora perché mi abbia offerto questo drink.
    Non c'è pericolo, non sei il mio tipo, solo che mi ricordi tanto me stesso
    Oddio, no. Mi mancava il vecchio nostalgico che si aggrappa a me, dicendo che gli ricordo i bei vecchi tempi.
    Non so, ma i disperati vengono sempre da me per parlare delle loro disgrazie, forse dovrei smetterla di sedermi al bancone e iniziare a buttarmi nella mischia per evitare queste scocciature.
    Lo vedo ridacchiare per la mia reazione scocciata
    Ah quando si diventa così vecchi da diventare scocciatori?
    Scuoto la testa, in effetti lo sto trattando da schifo, quando mi ha anche offerto un drink. Posso di certo rubare alla mia serata qualche minuto per dargli modo di sfogarsi, chi sono io per negare una cosa simile?
    Capisco benissimo la solitudine, capisco la sensazione di volersi attaccare anche a uno sconosciuto pur di parlare.
    Faccio tintinnare il mio bicchiere al suo e provo a sorridere accondiscendente.
    Il suo sguardo cambia e sembra essermi riconoscente per quella piccola cura che gli ho dedicato.
    È bello venire qui e conquistare ragazzi a non finire, fino a quando non trovi quell'unica persona, quella unica che non puoi obbligare ad amare i tuoi demoni. Non puoi.
    Mi blocco. Mi allontano istintivamente da lui e quello che noto non mi piace.
    Quell'uomo è il riflesso del mio futuro. La solitudine, le colpe, le insicurezze. Non può essere. Deglutisco, sentendo la gola improvvisamente secca e il petto stretto in una morsa.
    Mi guarda e annuisce, come se avesse letto dentro di me, come se fossi un libro aperto che va solo sfogliato.
    Cosa? Perché quello che ho detto ti ha spaventato?
    Cerco di calmarmi, sono giunto alle conclusioni sbagliate. Sono troppo stanco forse. Lo stress mi fa credere davvero cose strane. Le due conferenze di sta settimana mi hanno prosciugato, quindi devo solo cercare di ritrovare la mia solita freddezza.
    Mi passo la mano tra i capelli e cerco di non mostrarmi di nuovo fragile, di fronte a una persona che nemmeno conosco.
    No nulla, sarà il gin che fa effetto
    Tracanno il resto del secondo drink e cerco di distendere i nervi, anche se non ha nessun effetto su di me. Troppo leggero.
    Capisco, sono Riku, comunque.
    Annusco.
    Shinichi
    Sorride come se gli avessi dato una strana notizia. Lo fisso ancora peggio, perché questa situazione diventa sempre più irreale, perché diamine sto ancora parlando con questo tizio?
    Le colpe ti tornano sempre indietro. Ti chiami come lui, ironico no?
    Mi alzo e sospiro lentamente, mettendo una mano sulla spalla dell'uomo.
    Non credi sia meglio così? Lo sguardo delle persone che ferisci ti perseguita ogni giorno, se non sono loro a punirti, allora devi farlo tu stesso. Non sempre amare rende felici, quindi meglio smettere prima che il mostro che alberga in te, distrugga anche quel minimo di umanità che ti rimane. Un giorno il dolore che ci stiamo infliggendo, ci farà espiare le nostre colpe.
    Riku annuisce per poi tornare a sorseggiare il suo brandy. Lo saluto con un cenno della testa prima di dirigermi verso il piano di sotto. Voglio scrollarmi questa sensazione di dosso. Voglio dimenticarmi di me stesso e di quello che in realtà sono.
    Mi appoggiò a un tavolino che sta sul lato della sala e scruto quegli sguardi persi per colpa dell'alcol o per chissà quale sostanza.
    Mi chiedo come le persone possano ridurre così i loro corpi per un po' di divertimento.
    Nemmeno mi accorgo che qualcuno si è appoggiato al tavolino e mi fissa in attesa.
    Mi volto. Occhi nocciola, capelli neri, cappellino, piecing al sopracciglio. L'abbigliamento è scelto apposta per risaltare e per sembrare diverso, ma non è quello che mi attira. Sta succhiando in modo provocante la cannuccia del suo drink e mi punta, leccandosi le labbra.
    È bello, maledettamente bello. Ci sta provando con me senza nemmeno sapere se io possa essere minimamente interessato a lui.
    Non faccio in tempo a dire nulla che circumnaviga il tavolo.
    Quanto sei alto?
    Le domande fondamentali insomma. Noto anche io la notevole differenza di altezza tra di noi. La sua faccia mi arriva al petto e sembra davvero molto più giovane di me.
    Eppure è eccitante questa sua continua allusione che mi lancia, succhiando quella cannuccia come se fosse la cosa più gustosa del mondo e non un semplice pezzo di plastica.
    Molto più di te direi, ragazzino.
    Lo vedo fissarmi con sguardo truce e gonfiare il petto e picchiando il suo indice sulla mia spalla.
    Non sono un ragazzino! Sei tu che sei oversize.
    Mi lecco le labbra e mi avvicino al suo orecchio sussurrando
    Vuoi scoprire davvero quanto sono oversize?
    Le sue orecchie sono diventate improvvisamente rosse. Ostenta sicurezza, ma alla fine non è preparato a quello che accade dopo.
    Sarebbe di certo una piccola soddisfazione portarselo a letto, ma non credo che sia il gatto che cerco.
    Mi fissa negli occhi e con la mano accarezza il mio petto senza permesso.
    Prendo il suo polso e glielo sposto dietro la schiena, facendolo aderire al mio corpo. A un millimetro dalla sua bocca, ghigno vedendo la sua espressione sconvolta, ma nello stesso tempo eccitata.
    Se vuoi giocare, devi capire con chi hai a che fare o rischi di bruciarti
    Lascia il suo drink sul tavolino e rimane rapito dal mio sguardo, come se in essi cercasse le risposte.
    Premo sulla schiena per sentirlo ancora più vicino. Il bello, ma anche il brutto, di questi locali è che è dannatamente facile trovare qualcuno che vuole solo sesso e che non lotta nemmeno per farsi conquistare.
    Per oggi però, mi accontento anche di questa facile resa.
    Quando le nostre bocche si sfiorano, mi allontano da lui per evitare un contatto più profondo. Il mugolio che esce dalla sua bocca per quella privazione, mi fa sorridere sornione.
    Mi sbagliavo, l'ho trovato il gatto.
    Lo sciolgo dalla presa che gli ho imposto e lo vedo abbassare lo sguardo imbarazzato per quel verso così naturale che ha fatto.
    M-mi chiamo Niki” come se mi importasse, ma quella somiglianza con la parola Neko è come un segno. Ora posso dire di aver completato la mia collezione di animali domestici.
    Parliamo del più e del meno e scopro che ha 21 anni, che frequenta l'università alla facoltà di Chimica e suona la chitarra.
    Cerco come al solito di lasciar parlare il mio interlocutore senza espormi troppo. Gli do un biglietto da visita, visto che mi sta quasi supplicando di uscire qualche volta con lui, ma non penso che questo accadrà mai, ma non importa ora.
    Mi ha anche chiamato cosicché io potessi salvare il suo contatto. Se stasera mi soddisferà abbastanza però, non è detto che non lo chiami per replicare.
    Prendo la sua mano e lo attiro a me. Sono stufo di queste stupide chiacchiere e quello che mi sorprende è che subito con la mano sulla nuca mi fa abbassare per baciarmi.
    Sento il suo piercing al labbro, sento quello che ha sulla lingua che è freddo in confronto al resto. Lentamente insinuo un dito dentro i suoi boxer sentendo la morbidezza delle sue natiche, mentre lui sussulta per quel contatto inaspettato.
    Si stacca ansimante e si asciuga la saliva con il dorso della mano.
    Sai quel piercing lo vedrei bene, mentre mi fai un pompino.
    Sussurro e lo vedo arrossire, per colpa della sua eccitazione che preme sulla mia gamba.
    Si avvicina a me e si aggrappa alla mia camicia, nascondendo il suo volto imbarazzato.
    Metto due dita sotto il suo mento e lo obbligo a guardarmi.
    Tutta la sua baldanza, tutta la sua sicurezza è scomparsa. Alla fine è solo un ragazzino che vuole fingersi sicuro, quando in realtà ha poca esperienza in questi abbordaggi occasionali.
    Te la senti di continuare da qualche parte?
    Annuisce e lo prendo per mano, uscendo da quel tugurio di corpi sudati e pieni di chissà quale sostanza.
    Il love hotel più vicino è a solo 20 metri di distanza e nessuno fa domande inopportune vedendo due uomini che entrano.
    Appena siamo nell'ascensore, non resisto e lo imprigiono al muro baciando e leccando il suo collo. Ansima come se fosse una vergine e questo mi fa eccitare anche di più.
    Appena arrivati al piano, lo prendo in spalla e sento la sua erezione premere sul mio petto,
    Mettimi giù! S-se ci vedono?
    Protesta, mentre fingo di cercare la nostra stanza. Mordo il suo fianco spogliato dalla sua T-shirt bianca, lasciando un bel segno evidente, che lo fa agitare ancora di più.
    Arrivati alla nostra porta lo metto giù
    Ti eccita che qualcuno possa scoprirci a scopare nel corridoio?
    Massaggio la sua erezione che ormai è al limite per tutta la tensione sessuale accumulata durante la serata.
    Apro i suoi pantaloni e lo vedo agitarsi sul posto, per la paura che qualcuno possa vederci.
    Purtroppo non ha notato quando abbiamo preso la chiave, che le camere di questo piano sono tutte libere, visto che è ancora presto per tutti per affittare una stanza per qualche ora di piacere, prima di tornare a casa.
    T-ti p-prego, n-non qui
    Libero la sua erezione e la massaggio lentamente sentendolo ansimare. Da una parte vorrebbe non continuare, ma dall'altro questa situazione lo eccita. Infilo la chiave e apro la stanza, senza farmi accorgere da Niki, intento a godersi quel contatto così spudorato.
    Nascondo la chiave in tasca prima di girarlo con la faccia alla porta, imprigionandolo con una mano tra le scapole mentre gli abbasso i suoi pantaloni fino alle ginocchia.
    È talmente agitato da non riuscire a parlare. Mi inumidisco le dita con la saliva e lo massaggio sentendolo gemere.
    Devi abbassare la voce se non vuoi che qualcuno esca dalla camera per vedere cosa succede
    Miagola quasi istintivamente cercando di trattenersi con le mani alla bocca, mentre lo penetro piano con un dito e lo massaggio per farlo abituare alla mia intrusione.
    Lo sento davvero tanto stretto e questo mi piace, ma devo assicurarmi di una cosa, ho avuto già troppe fregature con il sesso occasionale e i ragazzini, da bastarmi per tutta la vita.
    Non sei vergine, vero?
    Scuote la testa e senza accorgersene geme per il piacere che gli procuro mentre inserisco un secondo dito dentro di lui. Con un colpo secco le infilo in profondità in lui che istintivamente si piega, sporgendo il suo sedere verso di me in modo così erotico, da indurmi a penetrarlo con un terzo dito.
    I suoi umori mi bagnano la mano in modo provocante. La mia erezione pulsa nei jeans scalpitando per penetrarlo.
    Quando lo sento ammorbidirsi e rilassarsi, allora prendo dalla tasca una busta di lubrificante e un preservativo, mentre esco da lui lentamente.
    Apro la bustina facendo scendere sul suo solco voglioso quel liquido oleoso e lavorando quell'apertura fino a farla brillare alle luci alogene, che crepitano ogni tanto per il calo di tensione.
    Infilo il preservativo
    Sei pronto?
    Non attendo la sua risposta e lo penetro lentamente e cercando di fargli sentire il minimo dolore.
    Quando arrivo a penetrarlo per metà geme per l'orgasmo che questa intrusione gli ha provocato, sporcando la porta con il suo liquido seminale.
    Inarca la schiena perché vuole di più, vuole che sia dentro di lui, ma non può parlare perché ha le mani sulla bocca per non farsi sentire.
    Continuo lentamente la mia penetrazione in lui e sono estasiato da come mi avvolge pulsando a ogni mio movimento. Sento il desiderio che attraversa le corde di quel ragazzino, ancora eccitato dopo un orgasmo e voglio averlo.
    Quello che però spaventa entrambi è lo scampanellio dell'ascensore che si sta per aprire e quasi senza accorgermi lo spingo alla porta, penetrandolo velocemente. Ringhio per il piacere al suo orecchio, perché mi stringe con forza e pulsa sul mio membro eretto.
    Tengo la mia mano sulla sua bocca e vedo le lacrime per il dolore che gli ho procurato, ma che sono anche per l'agitazione della situazione.
    Siamo coperti da una colonna in muratura, ma se quelle persone hanno una stanza vicino alla nostra, sarò costretto a entrare, uscendo da lui e continuando all'interno e questo mi irrita e non poco.
    Due ragazze che si stanno baciando, entrano nella prima stanza sulla sinistra dell'ascensore e tiro un piccolo sospiro di sollievo, vedendo il pericolo scampato.
    Guardo in basso e sorrido
    Sei proprio lascivo, Niki-kun. Sei venuto ancora, ti eccita così tanto la possibilità di essere scoperto?
    Devo fare in fretta. Mi spingo dentro di lui velocemente e mordo quel collo diafano, mentre lui morde le mie dita in preda all'eccitazione.
    Viene colto da un orgasmo asciutto che mi stringe il membro come in una morsa e mi fa arrivare all'orgasmo dopo qualche spinta.
    Ansimante esco da lui e apro la porta.
    E-era aperta?
    Chiede sconvolto il ragazzino, che pensava fosse senza via di scampo, perché avevo le chiavi in tasca.
    Ghigno sornione
    Non ho mai detto che fosse chiusa, mi pare
    Lo vedo arrossire e cercare di coprirsi con la maglia, cercando di non pensare a quello che è stato obbligato a fare, in un posto così pericoloso in cui chiunque poteva vederli.
    Mi spoglio e lo raggiungo velocemente, per togliere anche a lui il resto degli indumenti che sono solo di intralcio.
    Noto che ha già due segni miei sul corpo e sono così orgoglioso di essi.
    Ora voglio che miagoli per me e io ti farò venire ancora e ancora.
    Mi disfo del preservativo, lanciandolo da qualche parte nella stanza, mentre faccio inginocchiare quel ragazzo davanti a me.
    Sorride, come se non avesse aspettato altro per avere la situazione finalmente in mano. Scuoto la testa e la sua lingua passa sulla mia asta bagnata dal lubrificante del profilattico.
    La pallina del suo piercing fa montare in me una sensazione nuova, che mi fa piegare all'indietro la testa, mentre con la mano accarezzo quei capelli lisci, finalmente liberi da quell'odioso cappello, caduto fuori dalla porta qualche attimo fa.
    Prendo la sua nuca e lo obbligo ad arrivare fin quasi alla base della mia asta. Sento la sua lingua sussultare e ancora una volta mi beo di quelle lacrime ai lati dei suoi occhi, formatisi per lo sforzo.
    Quell'oggetto che ha sulla lingua è davvero qualcosa di incredibile sul mio membro eccitato. Vorrei venire in questa bocca così esperta e stretta, ma ho altri piani.
    Quando sono quasi al limite, tiro leggermente i suoi capelli per farlo smettere.
    Mi fissa in tralice, mentre ansimo per riprendere il controllo di me.
    Mi sposto sul letto e gli chiedo con un gesto di raggiungermi.
    Metti le mani lì
    Gli faccio appoggiare le mani sulla testiera del letto mentre si inginocchia dandomi le spalle.
    Mi metto dietro di lui e lecco quella schiena liscia. Voglio che mi appartenga e la marchio con piccoli morsi e succhiotti, mentre con la mano stimolo la sua erezione che pulsa supplichevole per venire per l'ennesima volta.
    Prendo un nuovo preservativo e me lo infilo.
    Metto le mie gambe attorno a lui, ancora inginocchiato e abbarbicato a quella testiera in ferro.
    Piego leggermente le gambe, per cingere quel corpo così sinuoso e lo penetro con un colpo secco si bacino, che lo fa urlare per il piacere.
    La sua schiena contro il mio petto, le mie cosce strette sul suo sedere leggermente rialzato per permettermi di penetrarlo e i suoi piedi sotto le mie gambe imprigionati.
    Alzo il bacino per poter arrivare fino in fondo.
    Non lasciare mai la testiera o non ti faccio venire più
    Vedo le sue nocche schiarirsi, mentre cerca di resistere ai movimenti pelvici del mio membro nel suo interno.
    Mi muovo in lui con movimenti circolari tenendo fermo Niki, con le mani sulle cosce per non permettergli di assecondare le mie spinte e facendomi godere di questo contatto.
    Lo porto allo stremo negandogli ogni volta di arrivare all'orgasmo, mentre il suo membro gocciola ormai incontrollato sulle mie mani, che lo stringono per evitare che possa venire senza permesso.
    V-voglio venire, S-Shinichi-kun
    Ecco la supplica che più adoro, ecco il rispetto che mi spetta. Continuando a muovermi sempre più lentamente e mordicchiando quel collo martoriato dai miei continui assalti, chiedo
    Miagola, miagola forte per me.
    Devo soddisfare questa mia fissazione da quando ho conosciuto quel ragazzo dai capelli argento in un pub irlandese, andando in bianco.
    Ringhio furente al solo ricordo che brucia come una sconfitta per il mio orgoglio.
    M-miaaaaooo, m-miaaaaooo
    A ogni miagolio, mi spingo in lui sempre più forte rendendo la sua voce sconnessa e i versi sempre più animaleschi, da farmi eccitare e ingrossare ancora di più dentro di lui che sussulta per questo inaspettato risvolto.
    D-di più, ne voglio di più
    Sussurra con voce erotica e questo mi fa spingere ancora più velocemente fino a che non sento le scosse del suo interno stringermi con forza.
    Le mie cosce lo imprigionano e lascio la presa sul suo membro per farlo venire, mentre lo spingo verso di me. Vengo travolto dall'orgasmo. I brividi forti che mi attraversano la schiena, mi fanno mordere ancora quelle spalle fino a sentire i gemiti del più piccolo.
    Ansimiamo entrambi, nudi e soddisfatti per quell'amplesso così completo.
    Stacca finalmente le mani dalla balaustra del letto passandosele tra i capelli umidi per il sudore.
    Si gira a baciarmi, ma per me ormai è quasi fastidioso quel gesto, quando si accorge della mia riluttanza, mi sorride e scende dal letto prendendo un pacchetto di sigarette dalla tasca del suo jeans nero.
    Si avvicina nudo alla finestra, mentre sento il crepitare della carta e del tabacco che si infiammano.
    Prende una piccola boccata di fumo e fissa l'esterno come se potesse trovare le risposte per quello che è appena successo. Si è chiuso nel suo mutismo triste e lo ringrazio, perché adesso non saprei che dirgli.
    Mi libero del profilattico e mi rivesto velocemente.
    Anche se questa è stata una notte direi fantastica, forse è stata troppo facile. Più che un gatto è una lince, famelica e furba. Avrei voluto lottare di più per averlo, anche se di certo approfitterò di lui ancora.
    Lascio i soldi sul comodino e esco dalla stanza.
    Anche questa serata di sesso occasionale è finita, anche questa sera torno a casa da solo, cercando di non chiedere alle persone più di quello che ottengo. Qualcuno prima o poi proverà a conoscermi? E a quel punto lo ferirò?


    «Quando leggi un libro. entri un altro mondo, nessuno può distruggerlo se non tu stesso, smettendo di leggere.»

    Scheme Code: ·MidoriMitchell· ~ Don't copy ©
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    Edited by ValeUga - 15/1/2019, 20:24
     
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