La notte di Natale

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  1. Andry01
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    Capitolo 2


    Ad un rapido esame la caviglia di Luca non sembrava essere rotta ma era abbastanza gonfia.
    «Vado a prenderti del ghiaccio cose ce lo metti sopra. Poi nell'armadietto del bagno dovrei avere una pomata che fa al caso tuo»
    «Grazie. Sei molto gentile a fare tutto questo per me»
    «Per me è un piacere essere d'aiuto per qualcuno e poi così è un modo diverso per passare questa serata»
    Poco dopo Giacomo tornò con il ghiaccio che Luca mise sulla caviglia gonfia, poi il ragazzo andò verso la finestra e guardando il cielo disse «Dicono che nevicherà»
    «Sarebbe bello»
    «Ti piace così tanto il Natale?»
    «Sì. A te no?»
    «No» fu la risposta secca di Giacomo.
    Luca realizzò di aver appena commesso una gaffe. “Logico che non ama il Natale” pensò “I suoi sono morti in questo periodo”. Dopo qualche minuto di silenzio Luca disse «Mi dispiace per i tuoi genitori»
    «E a me dispiace per quello che hanno fatto i tuoi»
    «Hai detto che avevi quindici anni...»
    «Sì. Non ero più un bambino ma nemmeno un adulto e sopportare il colpo è stata molto dura.»
    «Ti hanno mandato in un collegio?»
    «No. Fortunatamente mamma aveva una sorella e mi hanno mandato a vivere da lei. Che poi non so se posso dire che sia proprio stata una fortuna...»
    «Perché dici così?»
    «Era una donna molto dura. Quando ha scoperto che mi piacevano i ragazzi non si è comportata molto meglio dei tuoi genitori»
    «Ah… anche tu?»
    «Sì, anche io sono gay. Mia zia non fu felice di saperlo o meglio di scoprirlo… sai, mi sorprese insieme ad un altro ragazzo e per poco non le venne un colpo»
    «Immagino...»
    «Poi però il colpo lo diede a me… o meglio i colpi»
    «Ti ha picchiato»
    «Sì e non poche volte. Per lei l'omosessualità era una cosa sbagliata e cercò in tutti i modi di riportarmi a quella che per lei era la normalità»
    «Mi dispiace...»
    «Non è stata la sola a picchiarmi perché sono gay. Anche bulli e ragazzi vari lo hanno fatto.»
    «Per questo sei venuto a salvarmi?»
    «Già. Non sopporto che si faccia del male ad un ragazzo perché gay»
    «Sei un bravo ragazzo»
    «Grazie»
    «E tua zia? Sei scappato via da lei appena hai potuto farlo?»
    «No è morta alcuni mesi fa»
    «Mi dispiace»
    «Negli ultimi mesi mi ha chiesto scusa per come si è comportata con me ed io l'ho perdonata»
    «È stato un bel gesto»
    «Sì, penso di sì»
    Giacomo si alzò dalla poltrona nella quale si era seduto e disse «Credo sia meglio disinfettare le ferite che hai alle mani e al volto»
    «Va bene»
    «Vado a prendere l'occorrente»
    «Ok»
    Dopo poco Giacomo tornò con disinfettante, batuffoli di cotone, garze e cerotti.
    «Non avrai preso un po' troppa roba? Non sono mica un ferito di guerra» disse scherzando Luca.
    Giacomo poi si mise a disinfettare le mani e il viso del ragazzo. Per la prima volta da quando lo aveva soccorso si accorse che Luca era un bel ragazzo con occhi neri e lunghi capelli dello stesso colore.
    «Cosa guardi?» chiese Luca curioso.
    «Nulla… cioè è un bene che le ferite siano superficiali perché sei un bel ragazzo e sarebbe stato un peccato se ti fossero rimaste le cicatrici in volto»
    «Grazie, anche tu sei molto bello»
    Giacomo arrossì.
    «Sì, sei proprio un bel ragazzo» ripeté Luca.
    «Grazie» disse Giacomo «Se vuoi, puoi anche farti un bagno caldo»
    «Posso?»
    «Certo. Fai come se fossi a casa tua. Il bagno è in fondo al corridoio a destra. Tu vai pure, ora ti porto degli asciugamani puliti»

    Qualche minuto dopo Giacomo entrò in bagni con degli asciugamani tra le mani.
    «Oh scusa…» disse vedendo che Luca era tutto nudo «Pensavo che fossi ancora vestito...»
    «Tranquillo. Con tutti i ragazzi che sicuramente avrai visto nudi non devi essere in imbarazzo per aver visto anche me»
    Per quanto cercasse di non guardare, gli occhi di Giacomo continuavano a cadere sul candido corpo di Luca. Il ragazzo era molto magro e non particolarmente muscoloso, ma il suo corpo era molto bello. Non presentava peli, a parte sotto le ascelle ed un grazioso cespuglio a incorniciarli i genitali. Ed era proprio sui genitali che lo sguardo di Giacomo indugiava a lungo. Quel membro di media lunghezza sembrava quasi averlo conquistato. Le palle erano piccole ma sode e molto carine.
    «Quando hai finito di guardarmi l'uccello potresti darmi gli asciugamani che hai mano?»
    «Eh? Oh scusa» disse Giacomo arrossendo.
    «Sto scherzando. Guarda pure se vuoi, per me non è un problema»
    «Scusami… non so cosa mi sia preso...»
    «Dai Giacomo è naturale guardare il pisello di un altro ragazzo se ce l'hai nudo davanti a te. Lo fanno gli etero figuriamoci i gay. E a giudicare da quello… lo spettacolo deve esserti piaciuto» disse Luca indicando il vistoso gonfiore presente sui jeans di Giacomo all'altezza del pacco.
    «Già» disse Giacomo ridendo.
    «Ti va di restare e lavarmi la schiena?» chiese Luca mentre entrava e si sedeva nella vasca piena di schiuma.
    «Posso?»
    «Naturale. Te l'ho chiesto io»
    Giacomo iniziò ad insaponargli e massaggiargli delicatamente le spalle. Da esse scese lungo la schiena fino a raggiungergli i fianchi. Ogni volta che le sue mani toccavano la morbida pelle di Luca si sentiva fremere dal desiderio: un desiderio di toccarlo con maggiore ardore, di baciarlo con passione, di farlo suo in camera da letto. Il suo membro premeva sempre di più dentro le mutande voglioso anch'esso di assaporare le sconosciute parti del corpo di Luca.
    «Se devo lavarti anche il sedere devi tirarti sù»
    «Oh per quello non c'è problema. Riesco a farlo benissimo da solo»
    “Ma certo che riesce a farlo da solo” pensò Giacomo “Aveva davvero solo bisogno di aiuto per la schiena. Che stupido che sono stato a pensare che lo avesse fatto per sedurmi un po'. Sono proprio un idiota”
    «Però, se vuoi puoi restare ugualmente a guardare» disse Luca alzandosi in piedi ed iniziando ad insaponarsi le braccia, poi il petto e l'addome.
    “Certo che resto” pensò Giacomo.
    Luca si girò di spalle ed iniziò ad insaponarsi le natiche aprendosele per bene per insaponare anche il buchino del sedere. I suoi movimenti lenti e sensuali sembravano quasi voler mandare segnali sessuali a Giacomo. O almeno questo è quello che il ragazzo pensava e sopratutto sperava. Luca si rigirò, prese nelle mani dell'altro bagnoschiuma, se lo sfregò un attimo e tornò ad insaponarsi il petto finché questo non fu completamente coperto di schiuma bianca e profumata. Scese poi ad insaponarsi il pisello avendo cura di pulire per bene il prepuzio prima di scappellarselo e fare altrettanto con il glande. I movimenti circolari del suo dito con cui insaponava intorno all'orefizio del prepuzio erano molto eccitanti e l'erezione di Giacomo ormai non riusciva più ad essere contenuta. Poi Luca si insaponò le palle e poi le gambe fino ai piedi; poi aprendo l'acqua si lavò ripulendo completamente il corpo dalla schiuma.
    Appena ebbe terminato, Giacomo gli passò un asciugamano e lo aiutò ad avvolgersi in mezzo. Lo aiutò anche ad asciugarsi sfregando con forza le mani sull'asciugamano.
    «Grazie» disse Luca con un sorriso.
    Asciugandogli i genitali, Giacomo avvertì il pisello di Luca iniziare ad inturgidirsi e un grosso sorriso si stampò sulla sua faccia.
    «Che hai da sorridere?»
    «A quanto pare gradisci il fatto che ti stia asciugando» disse Giacomo indicando il principio di erezione del ragazzo. Luca lasciò cadere l'asciugamano mettendo in mostra il proprio membro mezzo eretto.
    «Già» disse il ragazzo ridendo.
    Tra i due ragazzi scese un silenzio imbarazzato, poi si avvicinarono di più l'uno all'altro e si baciarono appassionatamente sulla bocca. A quel bacio ne seguirono subito altri, alcuni più timidi altri ancora più focosi e passionali. Poi Giacomo prese Luca per mano, lo bacio sul collo e all'orecchio gli sussurrò «Vieni con me...»
    E lo condusse con lui verso la camera da letto.
     
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