Isaïe Hayashi

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    ○✥ ISAÏE HAYASHI✥○
    ● 18 anni - maschio - uke - studente ●

    Qui peut bien me dire, ce qui est arrivé?

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    carattere
    Chiedere a qualcuno, fosse anche la sua stessa madre, una descrizione caratteriale del giovane Isaïe sarebbe su per giù come chiedere ad un mostro degli abissi di descriverci il Sole e no, non in senso positivo: Isaïe è, all'apparenza, un ragazzo senza carattere, così come era un bambino senza carattere e poi un adolescente - senza carattere Fin dai primi istanti in cui per una qualunque, fatidica motivazione possa capitarci di finire a contatto con Isa, infatti, la prima cosa che noteremmo sarebbe la sua quasi totale mancanza d'interesse verso ciò che lo circonda: suppure non sia mai distratto, piuttosto sempre attento e costante in tutto ciò che fa - salvo poche situazioni - Isaïe mantiene infatti quasi una distanza tra se stesso e gli altri. Potrebbe sembrare una scelta da ragazzino snob, viziato o altezzoso - ma al contrario, Isa è sempre stato più profondo di così.
    Se per un'altrettanto rara, ma fatidica situazione dovesse anche capitarci di fare breccia in uno qualunque dei suoi muri, torri di vedetta, ponti levatoi vari e sentinelle-soldatino in cima alle mura di cinta, troveremmo tuttavia un carattere ben più complesso del freddo grigiume del quale tenti di circondarsi costantemente - atteggiamento che, piuttosto, potremmo definire un "vizio".
    Isa è, nel profondo più puro del suo io, un ragazzo che riuscirebbe anche ad esser estroverso ed amichevole con più o meno tutti, ma purtroppo ha la quantità grezza di paura del mondo che si potrebbe attribuire ad un coniglio, più che ad un diciottenne di specie umana. E non parlo di quel tipo di paura che provereste voi al pensiero di saltare giù da un aereo con un paracadute -o senza - o all'idea di potervi capovolgere con la macchina o chissà cosa. Le sue paure sono ben altre ; una delle prime, il lasciarsi andare: al pensiero di poter perdere il controllo su se stesso (mente o corpo) lo spaventa molto. Il che, potrebbe farci pensare che il fatto che non si sia mai drogato né abbia mai bevuto in vita sua sia dovuto a questo; tuttavia, non è così: quel lasciarsi andare di cui si parla comprende anche la paura di potersi affezionare fisicamente a qualcuno, sentirne la mancanza, dargli modo di controllarlo in maniera fisica o mentale senza che lui stesso, Isa, possa farvi alcunché. Ha paura delle parole dette a voce troppo alta, nemmeno di chi stia alzando la voce: non importa il timbro, né il motivo: ci son certe parole che gli fanno spesso venire voglia di abbassare lo sguardo o voltare i tacchi e andarsene ancora prima che possano iniziare a ferirlo.
    Ecco un'altra cosa di cui Isaïe ha paura: esser ferito e no, non da una lama, un proiettile o il morso di un cane, ma dalle parole e azioni di qualcun altro - quelle ferite da bambino che si provano nel vedere qualcuno scegliere o preferire una persona che non siamo noi, rischio davanti al quale Isa volta ancora i tacchi: come avesse una corazza più dura dietro la schiena.
    Teme il non essere completamente ed assolutamente mimetizzato all'ambiente, lo stare al centro dell'attenzione perché, si sa, davanti ad una folla è difficile concentrarsi su una sola persona: e questo vuole essere Isaïe: una folla intera, confuso tra i colori, capire tutti senza che nessuno si accorga di lui.

    Al contrario, ciò che ama è fantasticare: possiamo dire che Isaïe sia un sognatore, un ragazzo - sempre attento - con la testa fra le nuvole: non si isola mentalmente, ma se potessimo guardare i suoi pensieri come dentro un televisore, troveremmo fantasticherie tra le più svariate; la più tipica? Non essere Isaïe .

    Oltre questo, ama anche l'arte (che tuttavia non ha mai studiato, poiché in un istituto artistico avrebbe dovuto mettere in mostra certe sue creazioni, che preferisce tenere per sé), il giardinaggio e molte di quelle cose che coinvolgano la musica e i colori - cose che, allo stesso tempo, può tenere ben nascoste nel perimetro della sua cameretta.

    aspetto
    Nel suo metro e settanta centimetri per cinquantotto chili di timidezza, il giovane introverso di origine nipponica rimane nipponico giusto all'origine. Figlio di un impiegato in una famosa azienda culinaria giapponese e di una giovane donna francese, Isaïe presenta davvero, davvero pochissimi tratti orientali. Dai capelli biondo grano perennemente arruffati, ma fini come fili da cucito e sempre lucidi, agli occhi grandi e oblunghi, forse appena a mandorla giusto nella forma, non facciamo che avere modo di prender nota della vasta quantità di geni occidentali nascosti nel suo DNA. Le iridi sono di un accesissimo color mogano che potremmo quasi scambiare per rosso, forse a causa di quel velo d'ambra caldo e dorato ereditato dalla madre stessa. I lineamenti del volto potrebbero essere gli unici a confonderci un po' (il naso piccolo, con la punta tonda e sottile rivolta appena verso l'alto e anche le labbra piccole e morbide, rosee, circondate dalle guance tenere come quelle di un ragazzino forse appena più giovane di lui). Potremmo definirlo un bel ragazzo, se non fosse per quel muso sempre cupo - non imbronciato, non scortese, ma di colui che tiene giù gli occhi per evitare di incuriosirsi - o incuriosire.

    Per strada, potremmo spesso incontrarlo con dei vestiti abbastanza larghi e dai colori svariati (mai troppo di questo, né di quello): ama il nero, ma veste dal bianco al verde militare, dal rosso all'azzurro e predilige il jeans per qualunque capo d'abbigliamento per la parte inferiore del corpo. Felpe, anfibi, Converse e il suo immancabile parka invernale sono ciò che non vedremo mai mancare nel suo guardaroba, ma uscendo quasi solo per recarsi nel bar - pasticceria dove ora lavora con suo zio o per girovagare da solo la sera, sarà anche raro vederlo con qualcosa che non sia la divisa nera e verde chiaro del posto di lavoro.

    Magro e sodo, il fisico di Isaïe non è mai stato sottoposto a dello sport: forse sempre per i soliti motivi, difficile a sapersi. Pare quasi un miracolo che il ragazzo riesca a mantenersi in forma con quel poco che ha fatto in vita sua, ma allo stesso tempo non saprebbe nuotare, né correre e forse neanche sollevare pesi - ma è pur vero che la sua poco emozionante vita non dovrebbe, per ora, riservargli chissà quale avventura nella quale sarebbe necessario saper svolgere almeno una delle attività sopracitate.

    Depuis qu'il est parti, je n'ai pu me relever


    biografia
    Isaïe nasce in Francia circa diciotto anni fa, precisamente nella città di Lilla, dall'unione di un uomo e una donna estremamente diversi tra loro - sia in senso etnico che caratteriale. La mamma di Isaïe, infatti, una giovane donna di particolare bellezza, fu la prima cosa che il padre del ragazzo - il signor Hayashi - notò salendo a bordo dell'aereo che lo avrebbe portato a Parigi. La donna, con dei folti capelli biondo grano raccolti in uno chignon e un tailleur verde petrolio, sembrava davvero splendida con la divisa da lavoro e Hayashi non era riuscito a levarle gli occhi di dosso. L'uomo, un imprenditore di 32 anni all'epoca, stava infatti viaggiando per necessità del'azienda che gestiva assieme al cugino (da parte di padre) e nella quale, si potrebbe dire, erano impiegati più o meno tutti i figli maschi di casa Hayashi. Nel piccolo della sua giovane carriera lavorativa, essendosi laureato in Management solo cinque anni addietro, sperava di poter avere un figlio che ne seguisse le orme e ora, in viaggio verso la città dell'arte e dell'amore, credeva davvero di aver incontrato chi sperava che un giorno gli desse dei bambini.

    Dunque, il signor Hayashi e la futura mamma di Isaïe si conobbero su un aereo: lei era una hostess molto giovane, di appena ventiquattro anni, ma durante quelle interminabili ore di volo ebbero modo di scambiare qualche parola e conoscersi, poi, una volta giunti a terra.
    Iniziò così un periodo durante il quale se non era il signor Hayashi a partire per la Francia e andare a trovarla, piuttosto era Angéline a raggiungerlo nella terra del Sol Levante quando aveva dei voli con destinazione Tokyo (durante i quali - da contratto - poteva passare una o due notti di scalo in hotel per aver modo di riposarsi).

    Fin qui, scorreva tutto molto bene, ma la situazione fu ribaltata completamente nel momento in cui Angéline rimase incinta: purtroppo, per i prossimi mesi non si sarebbero potuti vedere, perché Yuu aveva delle conferenze e non aveva modo di posticiparle tanto repentinamente, ma perse la testa: decise fin da subito che avrebbe sposato quella donna e, una volta superati i primi due o tre mesi di gravidanza durante i quali, purtroppo, non riuscirono a stare assieme, entrambi si raggiunsero poi nella città natale di Angéline: Lilla, dove la donna poté tornare dal lavoro soprattutto grazie al congedo di maternità.
    E' qui che nacque Isaïe il 18 Settembre del 2000, un giorno in cui, come sua madre gli ha sempre ribadito, pioveva - ma con il sole.

    Isaïe, primogenito dei due novelli sposi, crebbe da figlio nel protettivo ambiente familiare: studiava francese a scuola e giapponese a casa, mettendo poi in pratica quel che aveva imparato durante l'anno quando d'estate andava a trovare i parenti o, se per qualche mese era tornato in azienda, il padre. La loro, era una vita familiare molto tranquilla, serena, senza troppe problematiche o discussioni, anche se ovviamente avendo un'attività tanto lontana, suo padre molto spesso doveva assentarsi e questo - oltre ad impedirgli di vedersi con suo figlio- gli impediva di vedere la sua amata, giovane moglie: questo era ciò che più gli pesasse.
    Come mettere il lavoro prima della famiglia o, viceversa, la famiglia prima del lavoro? Era un passo che Yuu non poteva fare e decise di aver bisogno di qualcuno che lo facesse per lui.
    Inoltre, bisogna render conto al fatto che Isaïe, seppure piccolo, si rendeva conto quanto i suoi genitori si preferissero a vicenda, piuttosto che mettere il loro stesso figlio ai loro rispettivi primi posti. Non che fosse motivo di sofferenza per il bambino, tuttavia, la trovava una situazione strana.
    Dunque, alletà di tredici anni, Isa fu mandato in Giappone: suo padre finanziò per lui una borsa di studio con la quale sarebbe riuscito a studiare in un Liceo, ma anche pagarsi un piccolo appartamentino di davvero miseri metri quadrati in città, sovvenendo alle spese del vitto e altri piccoli vizi lavorando in una delle pasticcerie della catena di famiglia, dove lavora tutt'ora.

    Affiancando suo zio, che gestisce l'intero negozio, Isaïe lavora in Giappone ormai da cinque anni, durante i quali non ha ancora avuto modo di tornare in Francia. Tuttavia, molto spesso sono i suoi genitori a venire a trovarlo: solo quattro anni fa, Angéline è rimasta incinta altre due volte, partorendo un altro bambino ed una bambina (la più piccola), rispettivamente Julien e Madeleine e dunque ad Isa fa di certo piacere veder crescere i propri fratellini.
    Nonostante ciò, non riesce davvero a concepire in quale modo siano riusciti a sacrificare lui per il bene dell'azienda, poiché un giorno possa prenderne le redini al posto dl padre mentre questi la gestisce da casa e, nonostante questo loro gesto tanto menefreghista, dare alla luce altri due bambini.
    A volte, il ragazzo prova a dirsi che potrebbe esser per questo che cerca mai di non spiccare davanti a nessuno, di non essere qualcuno o qualcosa da notare per nessuno: non è mai riuscito ad essere la prima scelta della sua stessa madre, perché mai dovrebbe far colpo su degli sconosciuti?

    yukine as Isaïe Hayashi
    character sheet © komorëbi;
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    Edited by ValeUga - 14/12/2018, 15:05
     
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    Allora, nel complesso il personaggio è ben costruito e con molte potenzialità. Mi viene voglia di abbracciarlo, ma penso fuggirebbe. Detto questo, la storia è coerente con il carattere (anche se personalmente avrei messo qualche "trauma" in più, ma è una mia idea e se vedessi i miei PG capiresti che è meglio non seguirmi nell'antro della depressione).
    Lo approvo, ma ho una precisazione importante da fare per la parte riguardante il carattere.
    Ho trovato la lettura di quella parte troppo pesante e allo stesso tempo difficile da capire. Ho dovuto leggere alcune frasi più volte per comprenderle all'interno delle similitudini messe.
    Per la sheet, possono anche passare, ma se avvenisse nelle role, poiché verranno lette non solo da te e la persona con cui ruoli, ma anche da terzi, cerca di fare in modo che la lettura sia scorrevole e chiara.
    Un esempio preso dalla Sheet.

    CITAZIONE
    "Se per un'altrettanto rara, ma fatidica situazione dovesse anche capitarci di fare breccia in uno qualunque dei suoi muri, torri di vedetta, ponti levatoi vari e sentinelle-soldatino in cima alle mura di cinta, troveremmo tuttavia un carattere ben più complesso del freddo grigiume del quale tenti di circondarsi costantemente - atteggiamento che, piuttosto, potremmo definire un "vizio"."

    Bastava un "dovesse anche capitarci di fare breccia nei muri di cinta del castello della sua coscienza, troveremmo...".

    Non vorrei che prendessi a male queste parole e capisco che ognuno ha il proprio metodo di scrittura, ma anche io ho dovuto fare questo lavoro di autodiagnosi per capire che a volte articolavo le frasi in modo troppo complicato tanto da non essere sempre del tutto chiara.

    Aggiungo il controllo dell'ortografia e degli errori, anche se non ne ho trovati molti e tutti di distrazione.
    Passa a leggere il regolamento [qui] e se dovessi avere problemi non esitare a scrivere nella sezione degli help.
     
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