L'amore che non conosco

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    Hola peolle. Alla fine mi sono decisa. Stavo rimuginandoci sopra dall'estate ed ormai nel bene e nel male, la storia nella mia mente c'é. Ci saranno moltissimi errori ortografici e sono sicura anche errori di sintassi. Ma chi mi conosce, sá che sono in caso perso io e la grammatica. Ma nonostante questo, spero che questa storia vi delizierà. Inizio con il dirvi che é composta da diversi capitoli per ora posto il primo e cercherò di postare anche gli altri man mano che la mia testa da l'ok xD

    Vi auguro una buona lettura :olè:

    Prologo.
    Estate. Parco del paese. Sera.
    Le nostre labbra erano a contatto, le lingue che si toccavano, succhiavano e ruotavano l'uno nella bocca dell'altro. Il suo corpo sovrasta il mio bloccandomi con la schiena contro un albero. La cui corteccia sfregava contro la tshirt che indossavo. La mia testa era tenuta dalla sua mano. Forte, salda ed allo stesso tempo gentile, le cui dita scorrendo tra i miei capelli mi tranquillizzavano.
    In lontananza si vedevano luci di lanterne, da cui proveniva il chiacchiericcio della gente festante. Mentre noi, protetti dalla notte, soli, in quel grande parco abbracciati dalle fronde di alberi millenari, ci scambiavamo gesti d'amore tra gemiti di piacere.
    Quando decidemmo di respirare appoggiò la testa sulla mia spalla e sospirò "Perché sta succedendo a noi?!"
    "Non lo so!" Furono le uniche parole che la mia voce fu in grado di sibilare prima che le mie mani riportassero in suo viso di fronte al mio e perdendomi nei suoi occhi, riprendessimo quella sensuale danza.

    ~~~~~~~~~~

    Capitolo 1
    Quindici giorni prima.
    "Ti prego John, Lucy é stata appena lasciata dal suo ragazzo ed i suoi amici hanno deciso di tirarla su di morale invitandola in vacanza con loro, ma la mamma é preoccupata vuole che la teniamo d'occhio. Ti prego... Só che non ami molto dividere casa con altre persone ma sarà solo per sette giorni!" disse la dolce Victoria guardandomi con i suoi occhi da cerbiatto. Non sapevo mai dirle di no quando faceva così.
    "Va bene, hai vinto tu." sospirai "Terremo d'occhi Lucy!".
    Vedendo sul suo viso dipinta la "felicita" non potei fare altro che sorriderle. Sorriderle nel modo più dolce che conoscessi.
    Ehm, prima di iniziare questa storia forse é utile, se non educato da parte mia, fare le dovute presentazioni.
    Mi chiamo John Carter, ho 28anni, sono un tecnico audio e luci in una sala teatrale. Un ragazzo come tanti, il tipico ragazzo di cui non ti accorgi se non fosse per i miei occhi verdi, più precisamente color smeraldo, che spiccano come pepite sulla mia carnagione olivastra. Per questo indosso sempre occhiali da sole ed ho i capelli castani un po' più lunghi sulla fronte, nella speranza di passare inosservato. Questo mio atteggiamento e dovuto alla timidezza, beh si, sono abbastanza timido, parlo solo se vengo interpellato, cerco di farmi gli affari miei e di non intromettermi in cose pericolose. Ho pochi amici. Forse li possiamo contare sulle dita di una mano. Sono introverso e solitario. Preferisco stare dietro le quinte piuttosto che sul palco.
    Ora vi starete chiedendo come mai vi sto raccontando la mia storia?! Ehm... Beh... É un po'strano da spiegare... ma lasciatemi finire e lo capirete da soli.
    La ragazza con cui parlavo, il mio piccolo cerbiatto, Victoria, é la mia fidanzata. Una piccola bambola dai riccioli biondi ed occhi nocciola a cui non so mai resistere. Forte, sicura, caparbia, il mio esatto opposto. Vi svelo un segreto: Mi ha corteggiato per sei mesi prima che io le dessi una possibilità. Ed ora rappresenta il mio mondo e farei di tutto per renderla felice. Anche trascorrere sette giorni controllando sua sorella maggiore, Lucy.
    Il motivo per cui sua madre vuole tanto che io e Victoria andiamo con lei deriva dal fatto che non si fida della figlia maggiore. Che diversamente da Victoria é uno spirito alquanto libertino.
    La sua comitiva é costituita da ragazzi come lei: tipi da "sesso, droga e rock&roll". Quei tipi che ti ritrovi puntualmente, tutti i fine settimana, sotto luci stroboscopiche e musica assordante, con un cocktail in mano, mentre muovono i fianchi a ritmo di musica e chiacchierano con un conoscente. Sapevo poco delle loro vite private o quasi nulla, ma non era un problema dato che non eravamo soliti frequentare quei posti io e la mia dolce metà.
    C'é ancora qualcosa che dovrei dirvi. Sono figlio unico ed ho perso i miei genitori otto anni fa. Il giorno in cui "il mio mondo andò in pezzi". Persi tutto. Non avevo nonni, ne zii, ne parenti. Avevo 20 anni e dovetti abbandonare l'università, poiché se volevo vivere dovevo lavorare, la società non poteva prendersi cura di me. Iniziai a tirare avanti con lavoretti vari mentre cercavo di diventare qualcuno. Un giorno tramite un amico riuscii ad entrare nel gruppo di tecnici di un teatro e da lì in poi la mia vita divenne più stabile. Acquistai un auto, feci qualche viaggio, ma nonostante tutto sentivo come se qualcosa mancasse. Mancasse quella persona che ti fa sentire realizzato, che ti regala ogni giorno un sorriso. Ossia mi mancava l'amore.
    Ma ero troppo impacciato per dire o fare qualcosa, e gli amici, non ne avevo avuti mai molti. Di solito preferivo starmene per conto mio. Ed in quell'istante arrivo Victoria. Era stato come scontrarmi contro una tempesta in mare. Se non proteggi bene le vele, potresti ritrovarti senza albero maestro, ed incapace di proseguire. Ma quando la burrasca cessa e vedi spuntare le prime luci del sole, quel sole che ti illumina, riscalda e protegge. Quella luce che ti dice che il brutto tempo é terminato. Beh io in quel sole vidi Victoria Drempt.
    E così mi ritrovai su un aereo con Victoria, Lucy ed i suoi amici. Avremmo dovuto trascorrere sette giorni insieme, sette giorni non sono nulla mi ripetevo, quindi dovetti farmi forza sperando di apparire socievole almeno per quei pochi giorni.
    Il posto scelto per le vacanze, contro ogni aspettativa, risultò incantevole. A pochi kilometri di distanza c'era il centro con i suoi locali e la movida notturna ed il mare, altrettanto vicino, era cristallino con leggere sfumature verdastre. Davvero un piccolo paradiso tropicale tale da lasciarti senza fiato.
    Al cancello della villetta che avevamo fittato, ci attendeva un uomo sulla quarantina, basso e paffutello con un gigantesco sorriso stampato sulla faccia.
    "Salve ragazzi, allora con chi di voi devo parlare di affari?!" esordi nel suo accanto locale.
    "Parli con me signor Patterson." esclamò Luca avvicinandosi all'uomo. "Puoi chiamarmi semplicemente Joseph" espresse l'uomo colpendolo leggermente sulla spalla.
    "Come vuole..Joseph"
    "Allora queste sono le chiavi di casa: questa per il cancelletto, questa per la porta di ingresso e questa per la porta principale." inizio ad elencare mostrando le chiavi. Per poi aprire e farci avviare con lui verso la porta d'ingresso. "Le stanze sono quattro divise come mi avevate comunicato, la cucina ha tutti gli utensili necessari, vi ricordo solo che la spazzatura va differenziata secondo la tabella appesa sul frigorifero, vi prego con sbagliate! e sono elencati anche i giorni in cui deve essere portata fuori."
    Mentre l'anziano continua a parlare a Luca di tutti quei piccoli dettagli, Lucy che con gli altri era ancora nel piccolo portico che precedeva l'ingresso, inizio a muoversi a grandi falcate verso la porta, varcata la quale urlò "Il letto a castello é mio!"
    Lucy, la sorella di Victoria era così! Nonostante i suoi 26 anni, era la mocciosa di famiglia. Alta 1,65, castana con due occhi azzurri, l'unica in famiglia ad avere gli occhi così chiari (posso assicurarlo visto che conosco i genitori di Victoria, i nonni e gli zii). Era viziata e coccolata. Non c'era battaglia che intraprendesse senza sapere di avere già la vittoria in pugno. Dopo il diploma al liceo artistico aveva cercato di entrare nel mondo della moda e vi era riuscita. Lavorava per una sartoria che vendeva abiti da cerimonia. I suoi modelli erano strabilianti, ma troppo estrosi ed a volte anche un pochino osé, come la personalità di colei che li realizzava. Che altro aggiungere... É mia cognata!
    Carlo correndole dietro replicò "Dai Lucy, smettila di fare la bambina il letto a castello e di noi uomini. Pensi che mi piaccia svegliarmi e trovarmi in cazzo di Vincent o Mattia dritto davanti agli occhi?!"
    Luca chinò la testa e chiese scusa al proprietario per il linguaggio così colorito di Carlo. L'anziano che sembrava molto divertito, sorrise e continuo a parlare come se niente fosse accaduto.
    Mentre i due guastafeste si davano spintarelle per trovare la stanza con il letto a castello.
    "Ci farai l'abitudine John" esclamò Vincent dandomi una pacca sulla spalla ed avviandosi insieme alle ragazze all'interno dell'abitazione. Seguiti da Matteo, Victoria ed infine me.
    Dopo esserci divisi nelle quattro stanze: una per me e Victoria, l'altra per Luca e Marzia, le restanti, una per gli uomini e l'altra per le donne. Si decise di andare in spiaggia. Nemmeno il tempo di mettervi piede e già Lili ed Anna cercarono di abbordare i primi due malcapitati di turno solo per sapere cosa c'era in programma da quella sera in poi, per tutta la settimana.
    Lili, 26 anni, 1,62, bionda. Non ho mai capito quale sia la lunghezza dei suoi capelli o se siano lisci o ricci, ogni volta che l'abbiamo incontrata aveva un acconciatura diversa. Per non parlare dei pantaloncini inguinali che indossa di solito e delle lunghissime unghie super decorate che sfoggia (non ho mai visto la stessa fantasia due volte sulle sue mani). Ah dimenticavo di dirvi: Lavora in un centro estetico.
    Anna, la giocatrice di pallavolo regionale. 25 anni, 1,77, mora con un taglio alla maschiaccio, studia lingue, inglese e spagnolo (dice che era l'unica facoltà che non intoppava con la sua carriera di atleta). Nonostante i suoi muscoli ben definiti, dovuti agli anni di sport ha un suo fascino devo ammetterlo: Sa come essere sensuale.
    "Mattia, abbiamo gli inviti per il Gigant, un locale a quindici minuti a piedi da casa." arrivò Lili sventolando cinque biglietti colorati.
    Mattia 26 anni, 1,87, biondo con lineamenti marcati, occhi verdi e muscoli ben delineati, credo pratichi nuoto o qualche altro sport. Dovrebbe frequentare l'università di economia. Come faccio ad essere così informato?! Si dia il caso che questo belloccio alto quanto me, corteggiava la mia ragazza, dovrei essere un po' geloso, no?!
    "Non possiamo perderlo! I ragazzi ci hanno detto che si entra in coppia, ma poi ogni uno fa ciò che vuole" continuò Anna abbracciando Vincent.
    "Devo essere il tuo cavaliere baby?!" rise sarcasticamente Vincent prendendola in braccio.
    "Certamente Casanova!"
    A quanto pare "Casanova" era l'appellativo di Vincent, 26 anni che troneggiava nel suo 1.95, il più alto della comitiva. Moro, con occhi chiari quasi vitrei, lineamenti nordici, scandinavi. Secondo Victoria era la reincarnazione del principe Eric del cartone "La sirenetta", io non vedevo altro che un ragazzo montato e palestrato. Mah valle a capire le ragazze. Il soprannome di "Casanova", gli era stato dato perché nonostante cambiasse una ragazza ogni 24 ore, nessuna era mai arrabbiata con lui. Ma anzi tutte lo adoravano se non veneravano.
    E mentre Anna continua ad elogiarlo e gli spiegava quanto fosse stato facile farsi dare quei biglietti, Vincent la portò fino al bagnasciuga per poi lanciarla in acqua.
    "Waaaa" urlo Anna riprendendo fiato "bastardo di un casanova!" e se lo trascinò giù con se.
    "Anna non impara mai" commentò Luca.
    Luca 26 anni, 1,90, moro con occhi neri, lineamenti iberici. Penso che frequenti giurisprudenza, l'ha detto Victoria una volta. É un ragazzo con la testa sulle spalle ed é fidanzato da anni con Marzia: 24 anni, la piccola del gruppo, coetanea di Victoria. Bionda ossigenata tanto da ricordare Barbie nel suo 1,70 di altezza.
    "Anna... ti salvo iooo!" urlò Lucy mentre si avviava correndo verso il bagnasciuga per immergersi in acqua e fingere di combattere contro Vincent. Seguita a ruota dagli altri.
    Era una scenetta divertente, non vedevo un gruppo di ragazzi giocare e schizzarsi l'un l'altro in acqua da molti anzi moltissimi anni. Ero diventato un vero stacanovista, me ne rendevo conto solo ora che li osservavo. Strinsi istintivamente Victoria al mio petto.
    "Amore, che succede?!" mi domandò con occhi interrogativi.
    "Nulla piccola mia" e le accarezzai i capelli "penso che sarà una settimana molto intensa e... divertente."
    "Ci puoi scommettere!" e dopo avermi dato un bacio, mi prese per mano e ci dirigemmo verso la comitiva che aveva lasciato gli indumenti sparpagliati qui e là sul bagnasciuga.
    Quella sera ebbi modo di dialogare un po' di più con i ragazzi, cioè furono loro che mi posero innumerevoli domande: "quanti anni hai?", "cosa fai nella vita?", "come va con Victoria ?!" e tante altre domande. Quello più curioso era sicuramente Carlo, parlava continuamente e continuamente formulava domande. Aveva 25anni, 1,83, castano con occhi scuri, lineamenti arabi, lavorava in un negozio di elettrodomestici ed elettronica, mi illustro tutti i vantaggi e gli svantaggi di acquistare un prodotto piuttosto che un altro. Mattia, ascoltava ed interveniva di tanto in tanto cercando di calmare il flusso di parole di Carlo. Diversamente da quest'ultimo, mi aveva fatto poche domande e la maggior parte vertevano sulla mia relazione con Victoria. Chissà se spera ancora di poterla conquistare?! Ma non credo proprio che glielo permetterò.
    Era abbastanza divertente starli a sentire e non appena Vincent annunciò di aver finito la doccia andai a lavarmi. Entrato nel bagno ascoltai per qualche secondo i rumori che mi circondavano, non vi ero più abituato. Quando ritornavo a casa c'era sempre e solo: silenzio. Le ragazze chiacchieravano tra loro sull'abito da indossare ed il tipo di trucco da fare per la serata quando un discorso attirò la mia attenzione. Proveniva dalla stanza adiacente al bagno.
    "Ma che ca**o dici?!... Questo é ... uno scherzo vero?!" senti Luca urlare e da come mi giungevano le sue parole, si stava muovendo freneticamente lungo la stanza.
    "Cavolo Luca... Abbassa la voce..." L'altro interlocutore era Vincent.
    I passi di Luca si stopparono e la conversazione fini in quell'istante.

    Alcune ore dopo.
    In meno di un ora mettemmo qualcosa nello stomaco animati dalle battute di Carlo e dai racconti di Lili. Tutti ridevamo eppure c'era qualcosa si trano nell'aria. Ma non saprei ancora dirvi cosa fosse.
    La sera in discoteca fu alquanto tranquilla, ballai con la mia adorabile Victoria per poi accomodarci sui divanetti in vimini disposti lungo tutta la planimetria del locale.
    "Hai visto John" inizio a dire Victoria appoggiando la sua testolina sulla mia spalla "sarà una settimana magnifica... Il sole, il mare, io e te... Sembra così perfetto da farmi quasi paura."
    "Dobbiamo pur sempre tenere d'occhio Lucy" la canzonai dandole un delicato bacio a fior di labbra.
    "Ti odio quando mi ricordi queste cose!" e congedandosi dal mio fianco si avvio verso la pista da ballo dicendomi "dammi due secondi e poi andiamo." Rimasi alquanto perplesso, avrei voluto chiederle dove eravamo diretti. Ma non lo feci.
    La vidi parlare con Vincent, Mattia e Anna, e dopo un loro cenno con il capo, la vidi venire verso di me con un immenso sorriso stampato sulle labbra. Mi abbraccio e poi con le sue dolcissime labbra sussurrò al mio orecchio "andiamo a casa... ho la chiave.", "mah.." cercai di replicare, "Luca e Marzia sono andati in spiaggia.. siamo soli." e mi bacio.
    Mentre ci allontanavano mi sentii bruciare il collo. Ed istintivamente mi voltai. Dietro di me solo un gruppo di ragazzi che ballavano nella penombra. Eppure quella sensazione di due occhi immersi che mi fissavano, non potevo averla immaginata. Mi massaggiai il collo, abbracciai Victoria ed uscimmo dal locale.
    Inutile dirvi come si concluse la mia serata, posso soltanto raccontarvi che alle quattro del mattino mentre la testolina riccioluta di Victoria giaceva sul mio petto, un suono spezzo il mio sonno. "Merda" dissi quando mi resi conto di cosa era accaduto.
    Indossai i boxer che erano a terra e corsi alla porta. Ed aprii. Li fuori un gruppo di ubriaconi cantava l'uno abbracciato all'altra con in mano bottiglie di birra ormai vuote.
    "John, bella scopata stanotte!" urlo Carlo dandomi una pacca sulla spalla ed entrando in casa.
    Farfugliai parole senza senso, ero davvero imbarazzato.
    "Hai dei succhiotti sul collo stupendi" disse Lucy prima di lasciarsi cadere su di me, "ma ti amo lo stesso cognatino" ed inizio a ridere di gusto toccando i punti in cui erano impressi i due marchi.
    "Se ero ubriaco ora sono letteralmente sobrio." commentò Mattia spingendomi per farsi largo.
    Vincent invece era tenuto da Anna e Lili. "Questo casanova si è dato da fare" dissero in coro divertite. "Non si alzerà fino a mezzo giorno"
    "Ha solo fumato una canna, niente di ché... Ora lo faccio riprendere io mentre John raccoglierà il suo vomito" proruppe Luca con la piccola Marzia totalmente addormentata sulla sua schiena.
    "Luca mi dispiace" dissi a colui che varcava la porta mentre facevo accomodare Lucy, ancora euforica su di una sedia. "Non volevo lasciarvi fuori."
    "Non fa nulla amico... in fin dei conti stiamo in vacanza... ma la prossima volta rispondi almeno al telefono... sarebbe ottimo" concluse mentre si avviava alla sua camera da letto.
    Ero terribilmente imbarazzato. Non solo per i marchi che avevo addosso, che dimostravano chiaramente cosa avessimo fatto quella sera, ma anche per aver lasciato tutti fuori.

    In coming capitolo 2
     
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    Caspita, bel racconto!!! Sono proprio curiosa di sapere chi erano i due che all'inizio si stavano baciando... mi sa che si scoprirà solo alla fine. Mi raccomando, continua, che sono troppo curiosa!!!
     
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    CITAZIONE (Frigg @ 10/5/2016, 00:00) 
    Caspita, bel racconto!!! Sono proprio curiosa di sapere chi erano i due che all'inizio si stavano baciando... mi sa che si scoprirà solo alla fine. Mi raccomando, continua, che sono troppo curiosa!!!

    Sono felice che ti piaccia .. per il fine settimana, se non la prossima sarà pronto
    il problema é che sono indecisa su delle cose. :bam: Non che i due che si bacino cambieranno nella storia ed anche la scena avverrà cosi come appare... Ma é la trama per arrivare a quel punto che é incerta ed ingarbugliata. :ue:
     
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    Capitolo 2
    Il nostro secondo giorno passo tranquillo. O almeno io pensavo sarebbe passato così.
    Organizzammo una partita di beach volley.
    Luca, Vincent, ancora mezzo intontito e Lucy, contro me, Anna e Victoria. Mattia e Carlo avevano deciso di non partecipare, con la scusa di aver mal di testa e restarono sui teli a prendere il sole con Lili e Marzia. Quei due bastardi sapevano bene quanto fossero forti insieme Luca e Vincent e sapevano ancora meglio "quello" che Luca aveva in serbo per me. Io l'avrei scoperto molto presto.
    I primi punti per la mia squadra furono messi a segno da Anna, a quanto pare era davvero brava. Ma non appena Victoria alzo una palla, in prossimità della rete, sulla quale stavo per precipitarmi per schiacciare, mi vidi la palla precipitarmi letteralmente addosso e caddi a terra. Impiegai qualche minuto a riprendermi e ad elaborare cosa era accaduto: Luca era saltato ed aveva colpito la palla prima che potessi farlo io. Dopo quel punto che avevano conquistato, la sconfitta fu inevitabile.
    Il duo iniziò ad attaccare, come ridestato da un sonno iniziale. Nonostante i nostri sforzi, le loro battute e se eravamo fortunati da recuperare la palle subentravano le loro schiacciate, erano tutte studiate per colpire dei punti ciechi oppure me.
    "Ma quello non sta ancora smaltendo il cocktail di schifezze che ha bevuto ieri sera?!" urlo Anna sdegnata. In risposta Luca fischiettò felice e soddisfatto mentre colpiva con il palmo quello aperto di Lucy che saltellava per il punto conquistato.
    "Dai Luca, sembri un bambino" rispose Anna mentre si preparava a ricevere il nuovo tiro "cresci tu e quel tuo cane di "Casanova"!"
    "Sono cresciuto abbastanza mi pare" la canzonò "e poi non mi sembra che stiamo facendo qualcosa di male, vero Vincent?!"
    "Nulla di male?!" sbruffò Anna irritata mentre un altra palla andava fuori.
    La partita continuò così, finendo come il moro aveva previsto fin dal principio: Ossia con una palla dritta nel mio stomaco. Come fecero a colpirmi vi starete chiedendo?!
    Vincent tirò una palla lenta, Anna la blocco e Victoria dopo averla stabilizzata, fece in modo che potessi colpirla. Nemmeno il tempo di osservare la traiettoria della palla che Vincent l'alzo e Luca schiacciò direttamente nel mio stomaco senza farsi tanti problemi.
    "Scusami, ho perso il controllo, rischiavo di colpire Victoria" concluse mentre si allontanava dal campo da gioco senza fregarsene delle mie condizioni.
    "Che dolore" mugugnai massaggiandomi l'addome.
    "Mi dispiace John," disse Lucy avvicinandosi,"ma Luca é cosi... come dire, un po' vendicativo."
    Un po' vendicativo?! Mi aveva massacrato. In compenso stavo iniziando a conoscere meglio quella comitiva. Di certo Luca aveva l'appoggio incondizionato di Vincent in tutto quello che faceva. Sembravano, come aveva detto Anna, un cane che obbedisce fedelmente al suo padrone. Quindi dovevo cercare di chiarirmi con Luca il prima possibile se volevo un po' di tranquillità.
    Quella sera feci la doccia dopo di lui (di Luca intendo) e mi lasciò un meraviglio regalo sullo specchio: La scritta "Coglione" con schiuma e barba. Artistico il ragazzo vero?!
    Una vena nel mio cervello sbottò. "Luca, capisco la vendetta, ma non ti basta quella pallonata?" esclamai aprendo la porta con l'asciugamano allacciato alla vita. Non mi ero reso conto delle condizioni dello specchio se non dopo essermi spogliato.
    "Non sono stato io" commentò Luca dalla stanza. "chiedi ai ragazzi, io ho già trovato quella roba lì."
    Deciso a far togliere quella schifezza dallo specchio a colui che l'aveva fatta, credevo, se pur vagamente, alle parole di quell'uomo. Entrai in cucina avanzando fino al balcone dove i ragazzi si raccoglievano per fumare.
    Carlo e Matteo stavano ridendo serenamente a qualche battuta di Vincent che era di spalle. "Ragazzi chi di voi tre ha fatto quello schifo in bagno é pregato di andare a ..." le parole mi morirono in bocca. Mi sentii tirare l'asciugamano che mi cingeva i fianchi e restai nudo sull'uscio del balcone. "Che cavol..." mi voltai e vidi Luca che sventolava allegramente il mio telo da doccia. Sfortuna volle, che mente io cercavo di allungarmi per prenderlo, Lili e Lucy varcarono la soglia della cucina. Riuscii solo a coprirmi i genitali prima che il loro urlo fosse tale da far accorrere anche le altre.
    "Ehi, Victoria certo che John sta piazzato bene li sotto" fu il commento sarcastico di Lili "vuoi prestarmelo qualche volta?!"
    Iniziai ad arrossire, gocce di sudore scendevano sulla mia fronte, le ragazze fecero altri commenti che non riuscii a capire, la vista mi si annebbiò, la bocca si dischiuse per dire qualcosa ma il mio cervello non era in grado di pensare a nulla e la mia gola non emetteva suoni. Ero solo nudo in mezzo a quella stanza.
    "Luca mi sembra che tu stia esagerando ora."
    Non capii chi avesse pronunciato quelle parole, ma dopo alcuni minuti vidi di fronte a me Vincent che mi porgeva il telo. Per poi dirigersi verso il bagno.
    "Ti ringrazio" farfugliai seguendolo. Ma Vincent non disse una parola. Prese uno strofinaccio e pulì lo specchio per poi uscire dal bagno.
    Ero imbarazzato. Forse era meglio se pulivo quel vetro da me senza lamentarmi piuttosto che diventare la vittima del bullismo che Luca stava mettendo in atto.
    La serata fu tranquilla. Una pizza tutti insieme e poi ingresso in una sala di caraibico. Non sapevo ballare, ne tanto meno ricordavo i passi, nonostante Victoria me li avesse insegnati più di una volta. Lei sì che era brava e scoprii che non era l'unica. Da un lato lei cercava di insegnare i passi fondamentali a Carlo, dall'altra parte c'era Matteo, faceva roteare Lili che si dimostrava un ottima ballerina tanto quanto Victoria.
    "Matteo é davvero bravo, vero John?" Lucy accanto a me, aveva notato che stavo osservando il ragazzo.
    "Credo tu abbia ragione Lucy"
    Sorseggiò la sua bevanda e osservò la folla "mi dispiace per oggi" iniziò guardando il contenuto nel bicchiere che aveva in mano "non credevo che Luca fosse capace di arrivare a tanto. Mi scuso al posto suo"
    Rimasi sorpreso da quelle parole. Mi girai verso di lei, che alzò lievemente gli occhi, "Non é colpa sua. Alla fine era arrabbiato per averlo lasciato fuori al freddo l'altra sera." Mi voltai verso la folla cercando la figura di Victoria "anche io mi sarei arrabbiato se fossi dovuto restare fuori al gelo a causa di qualcuno...credo"
    Lucy fece una lunga pausa seguita da un sorseggiare distratto del suo succo mentre anche lei osservava la folla danzante. "Hai ragione." La osservai, ma lei era distratta da qualcosa, un pensiero o un ricordo. "Ma oggi Vincent era davvero furioso quando gli ha strappato il tuo telo da mano" si voltò e mi guardò "non l'ho mai visto così."
    "Credo si sia preoccupato perché c'eravate anche voi in casa" le risposi gentilmente.
    "No John." proruppe lei "conosco Vincent da troppi anni ormai" sorseggiò la sua bevanda "credo che ci sia dell'altro"
    "Davvero?!" le chiesi tra lo stupito e l'incerto. Lei avvicinò la bocca al mio orecchio e bisbigliò "penso che Vincent abbia paura che tu possa rubargli Luca."
    "Eh?!" sgranai gli occhi. "Cosa intendi Lucy?" le chiesi.
    Lei, felice di aver espresso la sua opinione, si alzò senza rispondermi e danzando si addentro nella pista.
    Iniziarono a sentirsi le note di una canzone che conoscevo, era una baciata, una tipologia di ballo caraibico. Mi voltai in cerca di Victoria e la trovai a ballare con Matteo. Mi irrigidii istintivamente. Tutti i miei nervi erano tesi. Stavo per arrivare al punto di non ritorno, stavo per andare sulla pista da ballo e sferrare un gancio al biondino.
    "Geloso?!" mi canzonò una voce.
    Mi voltai verso la direzione di tale suono e vidi Luca che stringeva Marzia, intenta a sorseggiare il suo drink, con un sorriso a 365 denti.
    "Matteo é davvero un bel pezzo di carne, non lo credi anche tu Marzia?!" aggiunse con la sua espressione gongolante e sfacciata. Marzia annuì e continuò a bere.
    Ero furioso. Non solo ero li fermo ad osservare la mia Victoria ballare "quel ballo" con un biondino palestrato, che con molta probabilità era ancora interessato a lei e stava mettendosi in mostra per dirmi ""vedi Victoria sta meglio tra le mie braccia che tra le tue"". A questo si aggiungevano i piccoli colpi che Luca mi aveva sferrato e stava per iniziare un nuovo attacco, ne ero certo. Volevo sfogare la mia rabbia su qualcuno e Luca stava per essere quel "qualcuno".
    "Ecco dove eravate?" esordì Carlo ed il mio istinto omicida si placò. "Non vedo Vincent? Dov'è?" chiese a Luca.
    "Proprio lì!" rispose il moro allungando la mano nella direzione in cui si trovava il ragazzo. Era circondato da tre ragazze una più carina dell'altra.
    "Allora vi saluto." disse Carlo mentre osservava compiaciuto il gruppetto intorno all'amico "Vincent ha conquistato la scena anche stasera... ed io vado a conquistare qualche cuore" e si allontano.
    Luca rise di gusto mentre passava la mano tra i capelli della sua ragazza. Si voltò verso di me "che succede?!" e portò un dito sulla mia fronte "Se hai sempre le ciglia così corrucciate Victoria potrebbe fuggire via." ed inizio a massaggiarmi nella zona che separa le sopracciglia.
    "Che vorresti dire?!" risposi scostando la sua mano dalla mia fronte. Notai il suo sguardo quasi affranto. ""Cosa stava succedendo. Perché mi guardava così?"" pensai.
    "Non c'é qualcosa che dovresti fare?" mi chiese tenendo testa al mio sguardo.
    Era il momento adatto. Forse potevo porre fine a quella giornata di molestie ed evitare che l'indomani fosse stato peggio della giornata appena conclusa. "Scusa" risposi, "forse ho..." Non riuscii a finire la frase che il ragazzo con un sorriso radioso mi stampò sulla spalla un sonoro cinque.
    "Ahi" dissi massaggiandomi la spalla "ma sei scemo?!" e non potei non notare con quanta ilarità rideva compiaciuto di aver vinto quella battaglia. Credo che il ragazzo volesse solo farmi sentire pentito di ciò che avevo fatti. Nient'altro.

    "Mi bastava un: Ti chiedo scusa, per placare le acque!" mi ritrovai poco dopo a spiegare a Victoria.
    "Mah credo che Luca sia fatto così." mi rispose mentre prendeva il drink che le avevo offerto ed aggiunse "forse voleva le tue scuse più sincere."
    "Certo che non li capirò mai" le dissi massaggiandomi la nuca.
    "Victoria ecco dove eri finita!" arrivò Matteo tutto sorridente "ah ci sei pure tu?" disse quasi odiando la mia presenza.
    "Si dia il caso che sia il suo ragazzo" riposi tirandomi Victoria al petto.
    Matteo alzò le mani, mostrandomi che non aveva cattive intenzioni "non te la rubo..."
    "Basta ragazzi" ci fermò Victoria lasciando il mio fianco e mettendosi tra di noi.
    Improvvisamente si sollevo sulle punte ed urlo "non é possibile!"
    Mi passo il suo drink "reggi un po' John," e prese la mano di Matteo, "Questa é la mia canzone preferita!" e così dicendo trascinò Matteo sulla pista da ballo, di nuovo.
    "Fanculo!" sibilai. Perché non avevo mai voluto imparare a ballare quei balli. Per quale motivo odiavo stare al centro dell'attenzione. Perché Matteo? Mentre tutte queste piccole consapevolezze si affacciavano alla mia mente, un bicchiere con un liquido blu comparve innanzi ai miei occhi.
    "Bevi, offro io" disse Vincent dopo essere entrato nel mio campo visivo.
    "Eh? Grazie" ero perplesso e la mia espressione inebetita lo portò subito a chiarire il suo atto.
    "Hai bisogno di bere John." disse con un tono tra il soave e l'ammaliatore. Mi sentivo come Alice quando legge sulla bottiglina di vetro 'bevimi'. "Vedere quei due così abbracciati fa male al cuore amico mio" e mi mise il bicchiere tra le mani mentre lui reggeva un bicchiere con un liquido verdastro.
    Fece toccare leggermente i nostri bicchieri e sorridendo aggiunse "tutto d'un fiato John." e come stregato, versai con lui, quei bicchieri di alcol in gola.
    Inizialmente mi sentii la gola andare in fiamme. Poi pian piano il fuoco fu calmato da qualcosa di dolce e quasi fruttato. Mi sentivo meglio.
    "Cos'è?!" chiesi al ragazzo dopo aver svuotato il bicchiere.
    "Non lo só John. Ho solo chiesto qualcosa per dimenticare e mi ha dato quello." si spiegò Vincent dopo aver svuotato anche lui il suo calice. Appoggiò la sua mano sulla mia spalla e disse "ha funzionato?!"
    Sorrisi al suo modo di fare "come può qualcosa da bere farti dimenticare i problemi?" gli risposi restituendogli il bicchiere.
    "Beh, con me funziona." disse il ragazzo poggiando i bicchieri su un muretto poco distante da noi. "Ti va di parlare? O vuoi che indovini da me?" chiese sfacciatamente Vincent, quasi divertito di poter ascoltare un mio sclero.
    "Penso che chiunque sappia, vedendo la scena, possa capire." risposi. Non avevo voglia di dare voce alle mie preoccupazioni. Sarei stato solo ridicolo. Un adulto ridicolo.
    "Allora te lo dico io John!" disse il moro togliendomi il bicchiere di Victoria dalle mani ed ingurgitandolo. Sembrava un pozzo senza fondo. Ora capivo perché la mattina era ridotto sempre uno straccio.
    "Sentiamo... ubriacone" chiesi incurvando le labbra in un lieve sorriso.
    "Tu hai bisogno di innamorarti!" disse fissandomi con i suoi intensi occhi azzurri. Fece un passo in avanti in modo da poter essere quanto più vicino possibile a me. Mi sovrastava. Inclinò la testa e mi guardò dritto negli occhi dopo avermi scostato la frangetta con le mani. "Tu non ami Victoria, come Victoria non ama te!" aggiunse.
    Quelle parole mi irritarono. "Ma cosa cavolo dici?" e spinsi Vincent lontano da me. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo.
    "Fai come vuoi John." sembrava deluso "io te l'ho detto!" Si voltò e se ne andò risucchiato dalla folla.

    Quella sera, per la prima volta, io e Victoria dormimmo schiena contro schiena. Nonostante sentissi il respiro di Victoria, segno che si era addormentata, non riuscivo a prendere sonno. Dopo un ora uscii dal letto e mi diressi in cucina. Aprii la porta e mi sedetti sul balconcino in cui di solito i ragazzi fumavano.
    "Hei... Posso?"
    Mi voltai e vidi Luca sull'uscio della porta in attesa che gli dessi una risposta.
    "Certo, vieni pure!"
    "Serata di merda vero?" mi chiese porgendomi una sigaretta.
    "Non riesco a dormire. Tutto qui." risposi senza osservarlo.
    Lui accese la sua sigaretta si sedette accanto a me ed fece il primo tiro. Rilasciando poi una piccola nube di fumo. Si voltò verso di me e non appena mi voltai per guardarlo, i suoi occhi sul mio profilo sembravano tanti aculei, disse "Lascia Victoria!"

    Capitolo 3 in coming
     
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    Molto bello questo capitolo!!! Povero John quante ha dovuto sopportarne... nudo in mezzo alla stanza si sarà sentito umiliato... poi ci si è messa anche Victoria!!! Sia Luca che Vincent si comportano con lui in maniera strana... chi sarà quello che prova dell'interesse??? Sono curiosa di leggere il prossimo capitolo!!!
     
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    Grazie frigg... Per il prossimo capitolo penso che ci vorrà un po.. Ho il blocco dello scrittore... Vorrei dire tanto ma poi sarebbe noioso. :ue: quindi sto elaborando...
    Non posso farti spoiler xD ma penso che alla fine del terzo capitolo si vedrà xD
     
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    Non vedo l'ora di leggerlo il prossimo capitolo!!! Comunque, aspetterò buona buona
     
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    Capitolo 3
    Il mattino seguente svegliai Victoria mentre tutti gli altri dormivano.
    "Cosa c'é John?!" chiese la sua voce assonnata.
    "Alzati, andiamo a cercare un posto tranquillo solo per me e per te!" fui schietto.
    "É presto, altri cinque minuti.."
    "No Victoria. Alzati ora!"
    Ero furioso. Non volevo trascorrere altro tempo in quella casa con quei pazzi psicopatici. La causa principale del mio malumore erano le parole di Luca lascia Victoria . Che lui e Vincent stessero architettando qualcosa?! Ma perché, perché entrambi mi avevano detto di allontanarmi dalla persona di cui ero follemente innamorato. Ma chi si credevano di essere quei due.
    Io amavo profondamente Victoria e non l'avrei lasciata per nessun motivo.
    Se tutte le mie certezze fossero andate in frantumi, se il mondo fosse crollato, se gli alieni ci avessero invaso, di una cosa ero sicuro: Io sarei stato con Victoria.

    "Quant'altro dobbiamo camminare John?!" mi chiese il mio angelo mentre avanzavamo lungo il litorale.
    Mi fermai di fronte ad una spiaggetta piccola e riservata. La strinsi a me e le sussurrai "qui penso che vada benissimo"
    Mi sorrise con i suoi grandi occhi nocciola e non potei fare altro che baciarla.
    Restammo tutto il giorno a scambiarci baci e carezze come due piccioncini. Scatto una foto di noi due insieme, che inviò a Lucy, rassicurandola che stavamo bene e che saremmo rientrati la sera.
    Quel giorno parlammo molto.
    Victoria si scuso per avermi trascurato la sera precedente ed io dal canto mio le promisi che mi sarei iscritto ad un corso di caraibico al fine di portarla a ballare non appena avessi avuto la serata libera. Mi abbracciò in preda all’auforia ed un anziano che stava leggendo il giornale accanto a noi, mi strizzo l’occhio augurandomi buona fortuna.
    Era davvero un sogno, stavo vivendo la mia vacanza. Io e lei. La tranquillità del mare, la bellezza del sole e lascia Victoria le parole di Luca.
    “Cucciolo senti,” chiesi a Victoria mentre se ne stava seduta tra le mie gambe lasciandosi intrecciate i capelli.
    “Dimmi John”
    “Mi ripeti come ha conosciuto tua sorella Luca e Vincent?!”
    “Ah certo, una storia vecchia.” Ed appoggiandosi contro il mio petto disse. “Ti ricordi Ennio, il ragazzo di Lucy?!"
    Beh come potevo dimenticarlo. Un tipo molto loquace, forse troppo. Non che la odiassi, ma nemmeno mi piaceva la sua compagna, era più come se, mi sentissi fuori posto quando c'era lui. E poi l'ultima volta che l'ho visto era disteso a terra dopo che gli avevo allungato un pugno sotto lo sterno. Sí, sàvi avevo detto che non sono violento, ma quel giorno a causa di quel tipo la cena che stavo organizzando da due mesi con Victoria era andata in fumo, quindi avevo pur il diritto di prendermela con qualcuno. "Lui era un compagno di classe di Luca e Vincent alle superiori e frequenta economia con Matteo." Continuò Victoria "diciamo che, li ha conosciuti tramite Ennio. Ma che Ennio sia un coglione, lo sappiamo bene, o non avrebbe lasciato mia sorella per quella mezza brasiliana di Ketlin. Zoccola ruba uomini.”
    Abbracciai Victoria “mi dispiace di averti fatto ricordare quel tipo” so bene quanto Victoria tiene a Lucy e diciamo che gli ultimi mesi ha dovuto asciugare molte lacrime della sorella a causa di quel gradasso.
    “Storia passata, non temere” mi sorrise e mi baciò. “Che ne dici di un bel bagno tutti e due” mi chiese alzandosi ed allungandomi la mano.
    “Certo piccola mia” risposi prendendola in braccio e baciandola.

    Rientrammo molto tardi quella sera. Non appena varcammo la soglia, la porta era socchiusa, Lucy saltò al collo di Victoria. L’aria nella stanza si alleggerì, che stava succedendo. I miri interrogativi furono sciolti da Carlo, che battendomi un colpo sulla spalla mi disse “ci avete fatto preoccupare, non rispondevate a telefono”
    Mi scusai repentinamente perché quello di Victoria si era scaricato mentre io lo avevo dimenticato in camera. Le ragazze si abbracciarono tra loro e sorrisero e poi Matteo abbraccio Victoria e le sussurró qualcosa. “Ma sei scemo” replicó la ragazza sorridendo.
    L’atmosfera di sollievo fu spezzata dalla voce di Vincent “visto che sono vivi, ora possiamo uscire, ho bisogno di bere qualcosa di forte!” aprì la porta avviandosi verso la strada, seguito da Carlo “Casanova aspetta, non andare senza di me”.
    “Allora noi andiamo ragazzi” disse Lucy abbracciando di nuovo sua sorella.
    “Abbiamo noi la chiave quindi non vi preoccupate” disse Luca e strizzando un occhio aggiunse “buon divertimento”.
    I ragazzi e le ragazze andarono via ed io e Victoria restammo solo, soli in quella casa, una giornata così non poteva chiudersi meglio.

    Avevamo appena concluso l'amplesso quando un suono continuo inizio a martellarmi i timpani.
    “John, stanno suonando, vai tu ad aprire” bisbigliò Victoria prima di girarsi dall’altro lato.
    Il suono era insistente. Allora mi alzai, indossai i pantaloncini, le snakers e la camicia, chiudendone i bottoni mentre mi avviavo verso la porta di ingresso. L’aprii. Un ombra vicino al portoncino d’ingresso mi insospettì, “Ehi?!” chiesi, ma non ricevetti risposta. Allora mi avvicinai.
    “Ah Vincent sei tu?!” tirai un sospiro di sollievo quando lo riconobbi. Aprii il cancello di ferro. Il ragazzo era immobile con le braccia lungo il corpo ed il capo abbassato.
    "Ehi Vincent che ti succede?!"
    Sollevò le braccia, prese il collo della mia camicia e mi attrasse a se baciandomi. Un solo bacio. Le sue labbra premute sulle mie per poi sciogliere lentamente quel bacio. Quando apri gli occhi e vide il mio viso, assunse un espressione di stupore e stordimento. Indietreggio farfugliando qualcosa, si voltò ed inizio a correre. Instintivamente mi mossi anche io ed iniziai ad inseguirlo.
    Non sapevo perché lo stavo facendo. Forse volevo chiedergli spiegazioni per il suo gesto, oppure volevo picchiarlo, non capivo cosa mi spingeva a fare ciò. Ma più correvo, più il vento mi colpiva la faccia, più cercavo disperatamente di raggiungerlo. Lo vidi scavalcare un muretto e feci altrettanto, ma la differenza di agilità tra noi due, fece si che cadessi sulla sabbia "ahi!" brontolai massaggiandomi la gamba. In quel momento si fermo a pochi metri da me e si voltò.
    "Va tutto bene John?!" chiese preoccupato mentre, inginocchiatosi, spostava le mie mani per assicurarsi che nn fossi ferito.
    Così, nella penombra di un lampioncino, potei vedere i suoi occhi vitrei arrossati a causa delle lacrime che gli rigavano il viso. Ora capivo perché erano innamorate di lui era bellissimo. Gli diedi un piccolo bacio sulla guancia e poi gli arruffai i capelli. Vincent inizialmente stupito dal mio gesto, inizio a ridere.
    "Smettila John, non sono un bambino!" Commentò allontanando la mia mano dalla sua testa.
    "So perfettamente che sei un adulto" lo canzonai divertito.
    "Mi dispiace per quanto é accaduto poco fá. Ero fuori di me. Non farò mai più una cosa del genere." guardò dritto nei miei occhi, era sincero. "Ti giurò non sono gay, é stato uno sbaglio. Ti ho scambiato per un altra persona." Cercò di chiarire.
    “Lo só” sorrisi coprendomi il naso “puzzi in maniera impressionante di alcool, non capisco come hai potuto saltare il muretto senza perdere l'equilibrio”.
    Arrossì ed iniziò a ridere, la sua risata fu contagiosa, dopo poco scoppiai a ridere anche io e con quella euforia tornammo a casa.

    Quella notte sognai. Sognai un bambino che piangeva, ma non ero io. Un bambino che correva, ma non ero io. E quando l’immagine di quel bambino divenne più nitida, vidi due immensi occhi azzurri che mi divoravano.
    Mi svegliai preda del terrore.
    “John tutto bene?” mi chiese Victoria massaggiandomi la spalla.
    “Credo di sì.”
    “Stavi urlando John. Sicuro che vada tutto bene?!” aggiunse guardandomi con i suoi grandi occhioni.
    “Vado in cucina a bere. Torno subito.”
    Scesi dal letto e andai in cucina. Aprii la porta del frigo per prendere l’acqua.
    “John come va?” la voce di Luca mi fece trasalire.
    “Oh, sei tu Luca.” Replicai chiudendo il frigo “tutto bene.”
    “Cosa ci fai qui?” domandai
    “Pausa per pensare”
    Mi avvicinai a lui. Stava con la schiena appoggiata all'architrave della porta che conduceva sul balcone fumando la sua sigarette.
    “Cosa ti turba?” chiedi appoggiandomi al lato opposto continuando a sorseggiare.
    Luca si voltò verso l’esterno della casa, fece un tiro e fece uscire il fumo dalla bocca. “Se ti dicessero che hai una sola possibilità di essere felice…” guardando distrattamente il paesaggio “...e questa felicità implica distruggere tutto ciò in cui tu hai sempre creduto” aggiunse guardandomi in viso ed allungando la mano con la sigaretta quasi a toccarmi “… tu cosa faresti?!”
    Lo guardai perplesso. Sbarrai gli occhi mentre la mia testa cercava di capire la domanda che le era stata posta felicità, distruggere. Posai il bicchiere sul lavello, solo per darmi un pò di tempo per pensare. Ritornai al mio posto e articolai la risposta che secondo me era più adatta alla situazione. “Luca non penso di…” mentre cercavo di parlare, il moro si era spinto su di me, la mano che reggeva la sigaretta era a contatto con l’architrave alle mie spalle e lui dall’alto mi stava guardando.
    Mi sembrava di rivivere un dejavu. Solo che quella sera erano gli occhi vitrei di Vincent a guardarmi, ora quelli tristi di Luca. Tristi. Perché Luca era triste?
    “Dimentica quanto ti ho appena detto” bisbiglio e si allontanò da me spostandosi verso il balcone.
    Non capivo cosa stava succedendo. In pochi giorni la mia vita era stata sconvolta: Prima ero stato costretto ad una vacanza con questi sgangherati, poi ero stato vittima delle vessazioni di Luca, ero stato costretto a sentirmi dire di chiudere con Victoria, ricevere un bacio da un ragazzo ubriaco ed ora questo gesto compiuto da Luca. I miei nervi stavano sbottando uno ad uno ed io pretendevo risposte. Incrociai le braccia al petto sulla porta e minacciosamente iniziai “Luca dimmi la verità…” esitai ma dovevo dirlo, deglutii ed aggiunsi “io ti piaccio?”
    Vidi Luca irrigidirsi, poi voltarsi verso di me con gli occhi spalancati “ma che, ti sei bevuto il cervello?!” mi disse.
    Sbattei le palpebre e mi spostai all’indietro lasciando cadere le mie braccia “allora cosa significano le parole che mi hai detto poco fa!”
    “eh?” rispose Luca inclinando la testa di lato.
    “Hai paura che io possa mettermi tra te e Vincent. Ma non pensi che questi tuoi sentimenti possano ferire Marzia.” Deglutii “...stai con lei da anni. Non puoi mandare al diavolo la vostra storia per una tua infatuazione per un uomo.” La mia bocca parlava senza che il mio cervello fosse collegato e Luca mi guardava con un viso sempre più sconvolto “Io non provo nulla per Vincent. Se … se si é avvicinato a me, e stato di sua spontanea volontà io non gli ho chiesto nulla” lo sguardo di Luca divenne interrogativo, ma la mia bocca continuava a muoversi “quel bacio, é stato un incidente, era ubriaco…eh...”
    “Quale bacio?” chiese Luca con uno sguardo incredulo.
    “Ti giuro é stato un errore” iniziai a dire muovendo le mani “Vincent mi ha scambiato per un altra persona, era molto ubriaco… stasera… come sempre sai” ed iniziai a sorridere come un ebete portando la mano dietro la nuca e facendola passare tra i capelli.
    “Aspetta John” disse Luca passandosi le mani tra i capelli, sembrava incredulo “Vincent ti ha baciato?” mi appoggio le mani sulle spalle “Quando?”
    Inizia a sudare, spostai la testa di lato, ero troppo imbarazzato per poter dare una risposta. “John, davvero Vincent ti ha baciato?” mi chiese con il dolore dipinto in volto.
    Alzai la testa“eh... ma… era ubriaco…” farfugliai.
    “John!” mi richiamo Luca.
    Lo guardi quasi dispiaciuto di ammetterlo e risposi “Sì”.
    Luca si allontano da me ed andò nella sua stanza sbattendo la porta. Io appoggiai la testa a frigo “perché la mia bocca glielo ha detto” e sopirai.

    Capitolo 4 in coming

    Edited by Crazy - 5/11/2016, 12:04
     
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    Ho avuto modo di leggere solo il primo capitolo e devo dire che scrivi davvero bene Crazy.
    Ogni personaggio ha un suo perchè all'interno della storia e devo dire che tra tutti i personaggi mi rivedo molto in Lucy, lo spirito libero, testardo, infantile e con la voglia di spaccare il mondo!!!
    è una Storia che riesci bene a seguire con il pensiero, nel senso che riesco ad immaginare visivamente ogni scena da te descritta!!
    Leggerò presto il proseguo , ma visto come sei partita a bomba, prospetto fuochi d'artificio!!! :amo: :estasi: :hope:
    Vai così Crazy!!
    "We are The champions, we arte the champions..." :XD:
     
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    CITAZIONE (Frigg @ 11/11/2016, 23:52) 
    Aspettavo da tempo il nuovo capitolo e non mi hai delusa neanche questa volta... è fantastico!!! Succedono cose molto emozionanti, ma anche parecchio inspiegabili... lo sai che ora sono curiosissima, vero?

    Ehm.. Nooo... A natale aggiorno xD
     
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    Molto bello, devo dire che scrivi benissimo, complimenti... Mi sta prendendo molto la storia :salta: Non vedo l'ora di leggere un seguito...

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